Bocciata la mozione sul capannone dell’Altinada
Le minoranze chiedevano l'istituzione di una "Commissione di garanzia per la valutazione di merito e legittimità dell’intervento" ma la giunta la respinge e la sala si svuota
La mozione contro il capannone dell’Altinada viene bocciata e il pubblico abbandona la sala del consiglio comunale. È accaduto mercoledì sera, nella seduta che ha visto l’amministrazione guidata da Magda Cogliati toccare su sollecitazione delle minoranze il tema della costruzione di via Prato Chiuso. L’edificio definito da molti "ecomostro" ai piedi della Rocca di Angera è stato oggetto di una raccolta firme già sottoposta all’attenzione della giunta. La petizione era stata organizzata da un comitato di cittadini denominato "Difendiamo l’Altinada, un bene comune" ed era stata sostenuta da tutti i consiglieri comunali di minoranza. Gli stessi (Marco Brovelli, Alfredo Diano, Alessandro Paladini Molgora ed Eraldo Oggioni) che nella seduta del consiglio di mercoledì avevano richiesto all’amministrazione l’istituzione di una "Commissione di garanzia per la valutazione di merito e legittimità dell’intervento in corso di realizzazione di un edificio ad uso produttivo in Via Prato Chiuso". Ma dopo le dichiarazioni dei consiglieri, la mozione è stata respinta da una maggioranza a ranghi ridotti. Alla votazione mancavano infatti il vice sindaco Luca Tonella, che era assente e i consiglieri Fabio Ponti e Davide Coghetto usciti dall’aula perché direttamente coinvolti nella discussione (Ponti è lo stesso proprietario dell’area in questione). «Non è stato un bello spettacolo – ha commentato al termine Alessandro Molgora, di Cambiangera -. L’amministrazione si è segnata due autogol: il primo perché ha ignorato l’esigenza di spiegazioni richiesta dalla cittadinanza, il secondo perché nella nostra mozione chiedevamo l’istituzione di una commissione ma non ponevamo vincoli alla sua organizzazione. Quindi la giunta avrebbe potuto gestirla in piena autonomia ma non ha colto questa possibilità».
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