Soldato italo-israeliano ucciso al confine con il Libano. Era nipote di ebrei salvati a Cunardo
I nonni e i genitori, allora bambini, erano riusciti a passare il confine grazie alla rete di solidarietà che coinvolgeva il parroco don Rimoldi e alcuni abitanti. La famiglia emigrò nel 1968
Un sergente con doppio passaporto, italiano e israeliano, è stato ucciso in un bombardamento di droni di Hezbollah al confine tra Israele e Libano: Rafael Kauders era un discendente di uno degli ebrei italiani che furono nascosti dal parroco e da una parte della popolazione di Cunardo, nel Varesotto, durante la Shoah.
Kauders aveva 39 anni e quattro figli. Come ogni israeliano dai 18 ai 40 anni, da civile poteva essere richiamato per prestare servizio nelle forze armate (IDF), all’interno del territorio dello Stato ebraico oppure nei territori occupati di Palestina.
In particolare il sergente faceva parte dell’unità 5030° battaglione della 2298° Brigata Alon, rischierato nel Nord d’Israele, al confine con il Libano, un confine spesso “caldo”, su cui IDF e Hezbollah compiono azioni continue. Mercoledì è stato colpito in un doppio attacco di droni di Hezbollah.
La famiglia Kauders era originaria anticamente di Fiume, città cosmopolita dell’impero austroungarico, poi si era trasferita a Milano, dove nacque il nonno.
Il padre di Refael, Vittorio Biniamin, e i fratelli Mirella e Bianca erano bambini quando sfuggirono alle persecuzioni antisemite rifugiandosi con la famiglia in Svizzera nel novembre del 1943 (qui un racconto di Mirella). Faceva parte del gruppo di ebrei che furono nascosti e assistiti da don Franco Rimoldi, sacerdote di Cunardo che fu poi torturato dai nazifascisti.
Nel 1968 i parenti fecero l’aliyah, si trasferirono in Israele, in una fase di espansione dello Stato ebraico dopo la vittoria su Egitto, Giordania e Siria nella “guerra dei sei giorni del 1967”.
Divennero italkim, vale a dire israeliani con radici italiane.
Nel giugno 2003 la zia Bianca Kauders era stata uccisa in un attentato suicida palestinese a Gerusalemme, a bordo di un autobus.
Ultimo di sette figli, padre di quattro, Refael viveva a Tzer Hadassah, una borgata nelle campagne vicino a Gerusalemme, in territorio israeliano. I funerali sono stati celebrati giovedì.
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