Sport e autonomia: sfida vinta per Real Eyes Sport
il presidente e fondatore dell'associazione è il campione Daniele Cassioli: "Ragazzi, porterete tantissimo al mondo che verrà"
Real Eyes Sport, affiliata alla Uisp, è un’associazione nata 5 anni fa nel 2019 da un’idea di Daniele Cassioli, pluricampione non vedente di sci nautico, con l’obiettivo di dare ai bambini non vedenti e ipovedenti la possibilità di incontrarsi nello sport, imparando a usare meglio il proprio corpo giocando. L’associazione con il tempo è diventata un punto di riferimento per chi cerca nello sport il mezzo per diventare più sicuro e autonomo, allargando la partecipazione al paralimpico in generale, includendo ragazzi con tutte le disabilità.
L’associazione struttura percorsi di allenamento per non vedenti, che in questo modo possono praticare sport vicino a casa, senza doversi spostare nei centri specializzati. Gli iscritti attualmente sono oltre 300.
In estate Real Eyes Sport organizza vacanze di sport, che sono anche un’occasione per diventare più autonomi. Si è appena concluso a Tirrenia un camp a cui hanno partecipato 40 ragazzini dai 7 ai 17 anni (nella foto a sinistra, i partecipanti). Questa settimana è in campo un altro camp in Val Vigezzo per i ragazzi più grandi. I progetti aumentano sempre, anche grazie ai volontari e al coinvolgimento delle famiglie. «Ogni volta è una gioia nuova. Questi ragazzi possono portare tantissimo al mondo che verrà, eppure a volte per loro già solo partecipare a una gita scolastica diventa una fatica. Noi ci crediamo e siamo convinti che iniziative di questo tipo aiutino anche le famiglie a stare meglio e quindi a crederci di più» commenta il presidente e fondatore di Real Eyes Sport Daniele Cassioli, 28 volte campione del mondo di sci nautico, che vanta 100 medaglie d’oro nel suo palmares e che dal 2021 è membro della giunta nazionale del CIP, Comitato Italiano Paralimpico.
«Frequentando i camp si impara lo sport e l’autonomia – spiega Adriano Chiesa, tecnico di primo livello di baseball per non vedenti – Per noi operatori ci sono diversi momenti di confronto. Un mental coach ci aiuta ad affrontare al meglio la vita a parziale servizio di questi ragazzini. La nostra associazione aiuta i ragazzi, ma anche i genitori. Tutto proponendo attività all’aria aperta, e sport a contatto con la natura, creando momenti di socialità e incoraggiando la capacità di fare da sé, rendendosi così indipendenti».
Chiesa ha avvicinato tantissimi ragazzi non vedenti al baseball, cercando di farli giocare tutti, ognuno secondo le proprie capacità. «A me il contatto con i non vedenti insegna ad avere cura dei dettagli e a non considerare chi ha le disabilità come una persona che ha qualcosa in meno degli altri – spiega Chiesa – Ci sono dei limiti, ma possono essere scavalcati. Si possono battere le barriere e stare insieme, facendo sport seriamente».
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