La storia dei secoli nello scrigno del paese: Mesenzana e i segreti della sua torre
Restaurata agli inizi degli anni 2000 dall'amministrazione Rossi in collaborazione con Ferdinando Contini e Max Fracica, la torre medievale oggi dispone di cinque piani, tra cui una sala civica dove è possibile celebrare matrimoni
La si scorge salendo verso la parte alta di Mesenzana la splendida torre dell’XI secolo. Non è più imponente come un tempo, quando svettava 12-13 metri più alta e faceva parte del castello medievale dei “Sires Da Masenzana”, nobili originari di Mesenzana, al servizio della Castellanza di Travalia, fondata nel 964 per ordine imperiale dall’arcivescovo di Milano.
Anche se il castello fu distrutto nel 1515 dai francesi di Francesco I, la torre è ancora lì, ancora oggi testimone silenziosa della storia grazie agli interventi di restauro degli inizi degli anni 2000 promossi dall’amministrazione Rossi in collaborazione con Ferdinando Contini e Max Fracica.
Quando il Medioevo finì, le fortezze non erano più indispensabili e a Mesenzana, in assenza di eventi particolari, si decise di ricostruire il paese. La chiesa, distrutta da un incendio, fu spostata di 60 metri dal suo luogo originale mentre le pietre del castello smantellato furono utilizzate per edificare il borgo alto di Mesenzana, le cui testimonianze sono ancora visibili nelle case intorno alla torre. «La torre, invece, rimane ancora oggi un simbolo della resilienza e della continuità storica del piccolo borgo – racconta Contini – una testimonianza del passato che continua a vivere nel presente, anche grazie a una cartografia risalente al 1300, che si trova al suo ingresso».
Quando la torre passò nelle mani del comune agli inizi degli anni 2000, era in condizioni precarie: il tetto era completamente scomparso e con lui il sottotetto, costruito qualche decennio prima. L’interno era privo di piani e l’ingresso era pieno di macerie, obbligando l’ingresso tramite una finestra a livello di ciò che sarebbe diventato il primo piano.
«Vuota e sventrata, abbiamo notato che la torre presentava una grande crepa che avrebbe potuto provocarne il crollo – racconta Contini -. Ci consigliarono di fare una cintura esterna per contenerla, ma dopo le dovute verifiche, decidemmo di realizzarla internamente, in modo che ‘intrappolasse’ bene i sassi e li tirasse verso di sé. Questo sistema – aggiunge – è stato ripetuto cinque volte, per ogni piano, per un totale di cinque cinture».
Entrando nella torre, è l’aria stessa a raccontare la sua antica storia, che si svela piano dopo piano. Al primo piano, nella stanza del cavaliere, si può ammirare lo “scheletro” dell’ultimo cavaliere di Mesenzana, insieme a un baule per gli abiti, un giaciglio per dormire, un tavolo per mangiare e un genuflessorio per pregare, simbolo della loro fede cristiana. Da questa stanza, si può inoltre intravedere all’esterno un’incisione, successivamente ricalcata in gesso dal comune, che rivela una croce patente, che secondo alcune ricerche, veniva concessa solo a quelle famiglie che avevano dato un diretto discendente o un subalterno a una crociata.
Il secondo piano, invece, ospita la sala civica, dove da anni si celebrano matrimoni, gratuiti per i residenti e con una piccola tassa per i non residenti. Qui si possono ammirare affreschi recenti che rappresentano le tre virtù teologali, ricalcando immagini antiche appena visibili sotto di essi.
Il terzo piano è dedicato alla riproduzione della chiesa, mentre il quarto è riservato alle armi. «Il medioevo – racconta Contini – era un periodo in cui non si creavano nuove armi, ma si sviluppavano quelle esistenti per migliorarne l’efficacia. L’unica arma che ha subito un significativo sviluppo è l’arco».
E’ però l’ultimo piano a lasciare senza fiato, grazie a una riqualificazione moderna – i cui dettagli rimangono una sorpresa da scoprire – che offre una vista panoramica su tutto il paese.
La torre è visitabile su appuntamento e sarà ancora una volta protagonista della famosa festa medievale di Mesenzana, in programma quest’anno dal 31 luglio all’1 agosto.
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