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La chiesetta di San Pietro a Brezzo di Bedero cade a pezzi. Una storia millenaria che rischia l’oblio

Si tratta di uno dei rari esempi di architettura medievale nell’Alto Verbano, l’abside risale all’anno mille. I resti versano in uno stato di preoccupante e crescente degrado

chiesa san pietro brezzo di bedero

Forse non è a tutti noto che a Brezzo esistono i ruderi – purtroppo i ruderi – della chiesetta di San Pietro che possiede una storia millenaria e un significato architettonico rilevante. La situazione attuale vede questi resti in uno stato di preoccupante e crescente degrado, nonostante l’interessamento di quattro amanti della cultura locali, a partire dall’autunno 2022, non è ancora comparsa una linea guida per quanto attiene un fattivo intervento sulla piccola chiesa, o meglio su quello che è rimasto.

Le fotografie scattate all’inizio di agosto testimoniano in modo drammatico la situazione: alberi rosi dalle intemperie crollati sulla struttura ancora in piedi, sterpi e rovi ovunque, il campanile ammantato da una massa di arbusti le cui radici affondano nel terreno circostante, obiettive difficoltà nel percorrere il perimetro; si tenta di camminare in una specie di giungla tropicale. È evidente che interventi conservativi e protettivi sono ormai impellenti e non più procrastinabili, naturalmente non praticati in modo estemporaneo senza una reale programmazione guidata da mani esperte atte a preservare quanto sia ancora preservabile.

UN RARO ESEMPIO DI ARCHITETTURA MEDIEVALE

Come rileva con efficacia Mario Manzin, che ha eseguito ricerche accurate sull’evolversi degli eventi che hanno portato alla situazione in atto, si tratta di uno dei rari esempi di architettura medievale nell’Alto Verbano, l’abside risale all’anno mille, mentre altre parti sono successive, soprattutto il campanile la cui costruzione può essere imputata al Sedicesimo secolo.
Ecco ritorniamo a parlare del campanile. È ora la parte più appariscente in termini di visibilità, a fronte dello sfacelo del corpo della chiesetta a causa dei crolli generati dalla mancanza di conservazione della costruzione. È ancora eretto, avvolto da vegetazione che lo nasconde in gran parte e abbracciato da potenti strutture arboree – se fossimo in una foresta pluviale potremmo parlare di liane – che non è dato sapere se ostacolano o contribuiscono a tenere in piedi la muratura.

COME I TEMPLI IN CAMBOGIA

Le immagini potrebbero appartenere ai templi di Angkor, nella zona di Siem Reap in Cambogia, che, immersi nella giungla nella quale rimasero celati per alcuni secoli, in molti casi vedono le radici delle piante intrecciate nelle residue murature, creando un mondo fiabesco, affascinante e indimenticabile per chi vi è stato. In quel caso è molto probabile che le radici abbiano contribuito a impedire il crollo totale. Si vuole forse trasferire l’esperienza della Cambogia a Brezzo, con la differenza che Angkor è meta turistica, mentre la chiesa di Brezzo è cinta dall’oblio?

BISOGNA INTERVENIRE SUBITO

È indispensabile che la proprietà, ma non solo, anche il Comune, la Comunità Montana, la Protezione Civile si assumano il compito di portare avanti un serio progetto di ricupero: solo una comunione d’intenti può portare a risultati positivi su un patrimonio culturale che sarebbe un delitto lasciar precipitare nella palude Stigia dell’indifferenza, visto che per Dante era d’impedimento all’accesso del vestibolo per l’oltretomba.
Occorre risvegliare interesse per qualcosa che fa parte della storia della comunità e rappresenterebbe un ulteriore punto di riferimento storico/artistico per Brezzo di Bedero, potrebbe affiancarsi alla Collegiata di San Vittore del Dodicesimo secolo, a Casa Paolo Baumgartner, alla Frontiera Nord “Linea Cadorna”, per consolidare quell’immagine culturale della quale il Comune è ammantato, quasi a completare un ideale percorso lungo tutte le direttrici del suo territorio.
È una visione apocalittica questa disanima del problema? Diremmo che può essere addirittura limitativa visto l’immobilismo che permea la vicenda: è assurdo che nel Paese Italia un seppur minuscolo elemento della nostra storia architettonica e culturale, minuscolo a fronte dell’immenso patrimonio artistico italiano, sia ignorato, ritenendo insignificante ciò che non lo è e non deve esserlo. È caratteristica della gente lombarda la volontà di fare, di costruire il proprio destino: vogliamo finalmente agire?

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Pubblicato il 14 Agosto 2024
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