Quantcast

Il curatore conferma il fallimento dell’Ilma Plastica. Chi rimane è senza niente, si spera nel licenziamento collettivo

Dubbi dei lavoratori su: stipendi arretrati, indennità di preavviso e fondi pensione. Bianchi (Ufficio vertenze Cgil): "Il codice della crisi d'impresa fa ricadere tutta la responsabilità della decisione in capo ai lavoratori". Maragna (Filctem Cgil): "Due nostri funzionari seguiranno esclusivamente le pratiche di questi lavoratori"

Assemblea Ilma Plastica a Gavirate

La curatela ha confermato il fallimento della Ilma Plastica di Gavirate. Nessun esercizio provvisorio e, per il momento, nessun licenziamento collettivo, in attesa che si faccia avanti qualche acquirente.  «Abbiamo sperato fino all’ultimo che la curatrice potesse cambiare la sentenza del tribunale – commenta Davide Maragna della Filctem Cgil di Varese – purtroppo non è avvenuto. Ora mi chiedo: perché la curatrice non dà il via libera a un licenziamento collettivo? Chi rimane è senza niente».
La Filctem Cgil ha giocato tutte le sue carte, ma è molto probabile che, senza la tutela della cassa integrazione, molti lavoratori daranno le dimissioni per giusta causa, e l’azienda sarà progressivamente svuotata delle sue professionalità. Del resto questi 140 lavoratori dovrebbero trovare la forza di resistere e al tempo stesso preoccuparsi di pagare bollette, rate del mutuo e spese per i figli senza alcun reddito in entrata, fino a quando non ci sarà un licenziamento collettivo o un’azienda che compra la Ilma Plastica. «Se si verificherà questa situazione – continua Maragna – sarà ben difficile trovare un acquirente che compri una scatola vuota. Nel frattempo noi abbiamo dedicato due nostri giovani funzionari per seguire nelle varie pratiche, in particolare Naspi e pensione, i dipendenti dell’Ilma Plastica». (nella foto Davide Maragna parla con i dipendenti della Ilma Plastica durante l’ultima assemblea)

I DUBBI DEI LAVORATORI

Nella assemblea di lunedì 23 settembre, il sindacato e l’ufficio vertenze della Cgil di Varese avevano chiarito tutti i dubbi in un confronto pubblico avvenuto nella sala consiliare di Villa De Ambrosis a Gavirate, messa a disposizione dal sindaco Massimo Parola per ovviare al maltempo.
I lavoratori, che hanno ricevuto regolarmente lo stipendio fino al mese di agosto, hanno posto domande ben precise agli esperti a cominciare dal pagamento del periodo residuo di stipendio, che comprende i giorni dal 1 al 19 settembre, non ancora pagato. La risposta è stata breve e lapidaria: «La liquidazione giudiziaria equivale alla morte di una persona. Non si può andare a chiedere quei soldi».

L’INDENNITÀ DI PREAVVISO

Tra i dipendenti  della Ilma plastica è emersa un’evidente preoccupazione per i tempi necessari a definire la loro posizione in una fase in cui non si capisce come evolverà la situazione. 
Molte le domande relative all’indennità di preavviso sia nel caso di nuova assunzione da parte di un’altra azienda sia in caso di dimissioni volontarie. «Nel caso in cui il lavoratore abbia dato le dimissioni per giusta causa – ha spiegato Giovanna Bianchi – si chiederà all’azienda di pagare il preavviso, insinuandosi al passivo e, se ci sono i soldi, quei due mesi verranno pagati. Non dimentichiamo che il curatore fallimentare è un pubblico ufficiale e ha molti più paletti da rispettare. Quindi non importa se qualcuno ha preso accordi con l’azienda riguardanti il preavviso».

ASPETTARE E NON CHIUDERE I FONDI PENSIONE

E se fino a lunedì, secondo Maragna, era inutile dare le dimissioni volontarie, con la decisione presa dalla curatela fallimentare svanisce la possibilità dell’esercizio provvisorio e la decisione se rimanere o meno ritorna nel campo del lavoratore.  «Noi continueremo a batterci per l’attivazione della cassa integrazione – sottolinea il sindacalista – in attesa di un acquirente. Il mio consiglio è di aspettare e resistere, ma mi rendo conto che in queste condizioni è difficile fare questa scelta».
Altra raccomandazione fatta ai lavoratori è di non chiudere assolutamente i fondi pensione, pubblici o privati che siano, perché il rischio che si corre è la perdita di una parte di contribuzione. «Se l’Inps non ha indicazione dove versarli, li tratterrà».
Molto negativo il giudizio sul nuovo codice della crisi d’impresa. «È un codice che gioca con il destino dei lavoratori – ha sottolineato Giovanna Bianchi, responsabile dell’ufficio vertenze della Cgil – perché fa ricadere tutta la responsabilità della decisione in capo ai lavoratori».

Parla il custode della Ilma Plastica di Gavirate: “In un colpo solo ho perso casa e lavoro”

Il crowdfunding continua!

Aiutaci ad attrezzare lo spazio centrale di Materia, la nuova sede di VareseNews.

Scopri come aderire e far parte di questo sogno

Pubblicato il 25 Settembre 2024
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore