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Le Acli verso il futuro: partecipazione record e nuove sfide al congresso provinciale

Al 31° congresso di Villa Cagnola, con il 98% dei delegati presenti sono stati affrontati temi cruciali come il lavoro povero, i giovani e l'assistenza domiciliare. La presidente Carmela Tascone sottolinea l'importanza di una visione condivisa per costruire una società più giusta e inclusiva.

31mo Congresso provinciale Acli

Grande è la confusione sotto il cielo delle Acli. Quindi la situazione è eccellente per guardare al futuro di un’organizzazione che ha tagliato il traguardo degli 80 anni dalla sua fondazione.
Al 31mo congresso provinciale, che si è tenuto il 27 e 28 settembre a Villa Cagnola a Gazzada Schianno, c’è stata una partecipazione record con la presenza del 98% dei delegati in rappresentanza di 51 circoli e oltre trenta associazioni specifiche.

ALZARE LO SGUARDO

«Una partecipazione così grande è una soddisfazione – spiega Carmela Tascone presidente delle Acli provinciali – perché indicativa di una voglia di stare insieme e di voler lavorare per un futuro più giusto. È emersa dagli interventi l’esigenza di non esser più politicamente corretti, cioè che si possa accettare tutto, che tutto sia precostituito e che tutto sia impossibile da cambiare. Le persone, dal basso, cominciano a capire che stare insieme significa alzare lo sguardo e a chiedersi quale società giusta e buona si vuole».
Carmela Tascone ha ricevuto dagli interventi dei delegati presenti moltissime attestazioni di stima e affetto. Il riconoscimento di un lavoro notevole fatto sul territorio, un percorso costellato di confronti e discussioni appassionate per trovare la chiave interpretativa di una realtà, ben più complessa di quella di un tempo.

LAVORO E ASSISTENZA DOMICILIARE

Questo congresso proietta le Acli provinciali verso un futuro non semplice (per chiunque) con un entusiasmo e una forza rinnovate. «Abbiamo già declinato alcuni filoni sui quali ci metteremo alla prova sul territorio – ha aggiunto Martino Trovatti, presidente regionale delle Acli – a partire dai bisogni dei ragazzi. Il primo tema è il lavoro povero, il secondo quello delle donne e dei Neet a cui bisogna dare delle risposte e poi c’è il grande tema della assistenza domiciliare socio assistenziale sulle quali le Acli si ritroveranno a svolgere un lavoro tipicamente vertenziale. Abbiamo già trovato molti volontari, di età molto diverse, ragazzi che stanno già lavorando su questi temi».

FAR INCONTRARE PERSONE E DIRITTI

Ci sono sfide per l’Italia a dir poco decisive. Paolo Ricotti, presidente del Patronato Acli nazionale, le elenca una a una. Ma è il lavoro lo snodo principale di un Paese che stenta a trovare la sua strada in un mondo che cambia all velocità della luce. «Le Acli sono nate in un periodo storico espansivo – sottolinea Ricotti -. Oggi viviamo in un tempo caratterizzato dal lavoro povero. Un Paese che ogni anno espelle centomila giovani italiani, e non parlo di cervelli ma di braccia in fuga, ma di forze fresche, è un Paese che odia i giovani. È dunque importante far incontrare le persone per far incontrare i diritti e riaffermare la cittadinanza. Se si vuole costruire un paese, bisogna ritrovare il sorriso nel lavoro quotidiano»,

SOGNI E ASPIRAZIONI

Le Acli sono una presenza capillare sul territorio. I circoli generano un reticolo di relazioni e manifestano un’idea di futuro che viene da lontano e che, per stare in piedi, ha bisogno di partecipazione. «Questo congresso è stato una festa – commenta Francesca Botta segretario organizzativo delle Acli provinciali – perché abbiamo potuto condividere insieme il mandato per i prossimi quattro anni, capire che cosa ci contraddistingue e che cosa vorremmo fare. Quindi sogni e aspirazioni per fare meglio nel sociale e con più competenza.  Per reinventarsi ogni anno e capire di che cosa ha bisogno il territorio occorre prima mettere radici. È un lavoro faticoso perché le Acli sono nate nel 1945 e hanno una storia importante».

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Pubblicato il 29 Settembre 2024
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