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Alla Soara di Angera la contemporaneità prende forma nelle ceramiche a freddo di Paola Monfrinotti

Sabato 19 ottobre il vernissage della nuova mostra nella vecchia fabbrica di minerali. Ad accompagnare le opere in "ulivo da accarezzare" di Latorre sarà la ceramista di Ispra, alla sua prima esposizione personale

Paola Manfrinotti Soara di Angera

Per Paola Monfrinotti modellare la ceramica significa dare vita ai pensieri che animano una mente sempre occupata e che forse troppo a lungo sono «rimasti rinchiusi come in uno scrigno» prima di poter prendere forma.

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Paola Manfrinotti Soara di Angera 4 di 11

Da sabato 19 ottobre, vernissage a partire dalle 10:30, fino a domenica 3 novembre alla Soara di Angera l’artista, novarese di nascita e di recente adozione isprese, avrà l’occasione di esporre per la prima volta 25 sculture realizzate con la ceramica a freddo. Tutte le opere sono state realizzate nel corso dell’ultimo lustro e adesso sono finalmente protagoniste lungo le pareti della sala mostre in via Dal Molin, lo spazio dell’ex fabbrica di minerali ai piedi della Rocca Borromea che, come da tradizione, sarà condiviso con la permanente Sculture da accarezzare e il percorso tattile dell’artigiano dell’ulivo Cosimo Damiano Latorre. (qui l’articolo e le foto dedicato a Latorre)

Una tecnica particolare, quella della ceramica a freddo, finora inedita tra le tante diverse mostre della Soara. Come ci spiega Monfrinotti, si tratta di utilizzare la maizena – l’amido di mais -, colla vinilica e un goccio d’olio in modo tale da ottenere un impasto, simile alla ceramica, necessario per modellare poi le sculture. «Ho iniziato durante la pandemia del Covid, quando per la prima volta mi sono ritrovata con tanto tempo libero a disposizione – racconta a pochi giorni dall’inaugurazione della mostra -. In passato mi ero dedicata al disegno, avevo infatti studiato in una scuola da stilista, e mi dedico ogni giorno a tanti lavori manuali, per esempio di sartoria e restauro. Così ho voluto provare a modellare, il primo lavoro in assoluto che ho realizzato simboleggia proprio il periodo della pandemia: infatti si chiama 2020 (venti-venti)».

Alla base della poetica dela scultrice i concetti cardini sono il riciclo della materia e la contemporaneità.«Per le mie composizioni mi piace combinare la ceramica a freddo con elementi naturali o di riuso come tronchi, ombrelli rotti e quello che trovo quando vado a passeggiare lungo torrenti, sulle sponde dell’Oglio o nei boschi vicino casa. Dipende da cosa mi dice l’ispirazione in quei giorni; stesso discorso che vale anche per i colori scelti, perché la ceramica a freddo tendenzialmente è bianca, quasi color avorio. E cosa mi dice l’ispirazione – chiediamo -. Sono molto sensibile alle tematiche di oggi. Modello pensieri che appartengono al presente».

Non è un caso che dalle mani dell’artista nascano allora sculture come la Caduta degli Angeli «le notizie che ogni giorni sentiamo e leggiamo su guerre e devastazioni», l’Arrivismo «la corsa al denaro, la scala da salire per raggiungere il vertice ad ogni costo», il Vizio, le condizioni delle donna (Siria), ma anche la Materia «intesa come atto creativo», la Natura Morta, le maschere africane e lEgitto «culla dell’uomo e punto di incontro tra passato, presente e futuro».

«Ho sempre molti pensieri in testa – conclude Monfrinotti -. Spesso rimangono nelle mente come un chiodo fisso e talvolta alcuni di questi mi mettono a disagio, mi fanno sentire incapace di risolverli. Le mie sculture sono un modo per rielaborarli, per farli uscire dalle mente e buttarli fuori. Inoltre, mi è stata riscontrata una artrite alle mani, che prima di modellare non riuscivo più a muovere bene. In questi casi la cosa peggiore che si può fare è fermarsi. Più lavoro, più le mani fanno male, ma è importante che riescano a muoversi. E lo fanno insieme ai miei pensieri».

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Marco Tresca
marco.cippio.tresca@gmail.com
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Pubblicato il 15 Ottobre 2024
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