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Finale con suspense al Premio Chiara: vince Veronica Raimo

Un testa a testa fino all'ultimo voto tra Santo Piazzese e Veronica Raimo terminato 54 a 55

Premio chiara generiche

Domenica 20 ottobre, nella cornice prestigiosa della Sala Napoleonica di Ville Ponti a Varese, ha visto l’atto finale della premiazione del Premio Chiara, giunto alla 36a edizione.
La manifestazione è stata logicamente dominata dall’attesa su chi avrebbe prevalso fra i tre libri di racconti prescelti dalla Giuria tecnica, cioè, in rigoroso ordine alfabetico, degli autori: “Il tempo degli imprevisti” di Helena Janeczek (Guanda),  “Sei casi per Lorenzo La marca” di Santo Piazzese  (Sellerio) , “La vita in breve, eccetera” di Veronica Raimo (Einaudi).
Nella sala, questa volta non completamente gremita, costellata da parecchi vuoti a macchia di leopardo, tutto era stato predisposto per mantenere vivo l’interesse con una studiata regia, come il solito meditata con sagacia da Bambi Lazzati e dal neo-presidente di “Amici di Piero Chiara” Andrea Vitali, senza dimenticare l’alone benefico del presidente storico, Romano Oldrini, che mai avrebbe potuto far mancare il suo apporto benedicente.
(nella foto sopra  da sinistra: Crovi, Janeczek, Piazzese, Raimo e Vitali)

LA DIFFICOLTÀ DI RACCONTARE

Naturalmente, nell’alveo della tradizione, l’apertura, orchestrata dalla brillante conduttrice Claudia Donadoni, è stata ampiamente occupata dalle interviste ai tre scrittori, condotte con abilitá e un abbondante spirito critico da Luca Crovi, che ha cercato di scandagliare i percorsi che hanno portato a concretizzare le loro opere, entrando nei dettagli delle scelte. I sussurri – senza l’aggiunta delle grida del film capolavoro di Ingmar Bergmann, ma soprattutto senza le connotazioni drammatiche che lo distinguono – in particolare di Piazzese, hanno reso mistica l’atmosfera, ove la comprensione doveva essere accompagnata dall’intuizione sui significati dell’opera, ma le interviste con tre, quattro passaggi per autore proseguivano e riuscivano a connaturare il senso delle produzioni letterarie, ponendo l’accento, come specifica Crovi, sulla difficoltà del raccontare che va oltre anche al romanzo, essendo sommamente arduo riuscire a esprimere una vicenda compiuta rimanendo circoscritti dall’inevitabile brevità del mezzo usato.

DUE FRATELLI PER IL CHIARA GIOVANI

L’antipasto della presentazione degli autori doveva lasciare lo spazio idoneo per mantenere vibrante l’attesa per la designazione del vincitore, lasciando il palcoscenico al Premio Chiara Giovani che ha visto la seguente classifica finale:  1° Mario Giulio Facchetti con “L’orto segreto” (Luino), 2° Claudio Giulio Facchetti con “Stupor mundi” (Luino), 3° Rosa Fazioli con “Il paradiso di Gemma” (Bellinzona, Svizzera), 4° Laura Pontecorvi con “Cammino al patibolo” (Latina), Nora Bucciarelli con “Sinfonia di un’altalena” (Cureglia – Svizzera), Valeria Cusinato con “Il teatrino delle marionette” (Piovene Rocchette – Vicenza).
Naturalmente la premiazione dei Giovani vincitori è stata officiata dal sindaco di Luino Enrico Bianchi, senza ignorare la consigliera di stato svizzera Marina Carobbio Guscetti e il presidente della provincia di Varese Marco Magrini. Alla Pontecorvi è stato anche assegnato il Premio “Un racconto per un viaggio”, mentre il Premio Regio Insubria è stato assegnato a Benedetto Viganò di Massagno.
Il Premio Chiara Inediti è stato assegnato per la prima volta a due autori, ritenuti parimenti meritevoli dell’ambita designazione: ad Alberto Bortoluzzi con “Long drink, sessantacinque sorsi di vita vissuta”, e a Francesco Scaramozzino con “Il significato della luna”, editi entrambi da Pietro Macchione Editore.

LA NIPOTE DI PIERO CHIARA E IL TESTA A TESTA FINALE

Un intermezzo particolarmente apprezzato la breve presentazione della nipote di Piero Chiara, Daniela Chiara, giunta dagli Stati Uniti dove vive abitualmente. La classifica finale è stata sapientemente gestita per creare un clima di adeguata, spasmodica tensione, se nello scorso anno non c’era stata storia con il successo netto, delineato fin dalla prima trance di voti presentati dal notaio, questa volta, sin dall’inizio è comparso un sostanziale equilibrio, con differenze minime fra i tre contendenti. Sembrava comunque che a prevalere, seppure di un’incollatura, fosse destinato Piazzese, in testa nei primi tre esiti parziali, prima dei 17 voti finalii voti validi erano 147, suddivisi in 50, 40, 40 voti parziali -.

Premio chiara generiche
a sinistra Veronica Raimo al momento della premiazione

Ma quale suspense sarebbe stata se non fosse emersa la sorpresa in fondo alla casseruola dello spoglio? Impossibilitata per il successo la Janeczek – non poteva più raggiungere Piazzese anche aggiudicandosi tutti i 17 voti rimasti -, è iniziato il lento ricupero della Raimo – tre voti in meno all’ultimo step – fino al sedicesimo voto palese che sanciva la parità. L’ultimo avrebbe sancito il vincitore e così è ovviamente stato: a sorpresa il sorpasso – 55 a 54 – e “habemus papam” in Veronica Raimo, sceneggiatrice, indipendente, che vorrebbe solo essere regista e non affacciarsi al balcone di un Marco Bellocchio, noto e brillante regista italiano.

La premiazione del vincitore è stata onorata dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Il successo ha preceduto il definitivo calo del sipario, ma le iniziative che seguiranno la cerimonia di premiazione proseguiranno ancora fino al 16 novembre, nelle varie sedi prescelte dall’organizzazione, per la presentazione di libri, tavole rotonde e aperture di mostre con la consueta vivacità culturale del Premio Chiara.

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Pubblicato il 22 Ottobre 2024
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