Crescita (+7,9%) degli ordini di macchine utensili nel terzo trimestre 2024. Riccardo Rosa (Ucimu): “La situazione resta complicata”
Crescita trainata dal mercato estero (+10,7%), mentre il comparto interno segna un +4,3%. Il presidente Riccardo Rosa invita alla prudenza: "Serve un piano di transizione industriale per consolidare la ripresa"
La recente fiera 34.Bimu, dedicata della macchina utensile, ha testimoniato con i suoi numeri la vivacità di un mercato strategico per l’Italia. La presenza di 35mila operatori professionali, 750 imprese (+8,5% rispetto al 2022) di cui il 35% rappresentato da aziende straniere, dicono tanto dell’importanza di questo settore nell’economia italiana.
Il Centro studi & cultura di impresa di Ucimu-Sistemi per produrre, associazione datoriale tra i promotori di quella fiera, ha reso noti i dati relativi al terzo trimestre del 2024, secondo cui il settore delle macchine utensili segna una ripresa significativa con una crescita degli ordini del 7,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo risultato arriva dopo sei trimestri consecutivi di calo, confermando un ritorno al segno positivo tanto atteso dagli operatori del settore.
Ordini in crescita sia sul mercato interno che estero
A trainare la ripresa è soprattutto il mercato estero, con un incremento del 10,7% rispetto al terzo trimestre del 2023, che ha portato il valore dell’indice degli ordini internazionali a 94,4 punti (base 100 nel 2021). Anche il mercato interno ha mostrato segnali positivi, registrando un aumento del 4,3% e raggiungendo un indice pari a 13,7.
Nonostante i numeri incoraggianti, il presidente di Ucimu, Riccardo Rosa, invita alla cautela perché il mercato si trova in una situazione ancora complessa. «Il ritorno al segno positivo dell’indice ordini dopo sei rilevazioni consecutive di calo – dice il presidente di Ucimu – Sistemi per produrre– è una notizia da accogliere con favore perché, di fatto, interrompe un trend che accompagnava il settore da troppo tempo. Nonostante ciò la situazione resta complicata».
Secondo Rosa, ci sono almeno due ragioni che spiegano questa situazione apparentemente contraddittoria: Il segno più è frutto del confronto con uno dei trimestri dipendenti dalla raccolta ordini più deboli di sempre, cioè il periodo luglio-settembre 2023 che, in termini assoluti, risulta di poco superiore a quello dello stesso trimestre del 2020. «Un anno flagellato dalla pandemia. È dunque chiaro che ci muoviamo su un livello ancora decisamente basso» sottolinea Rosa. Inoltre, all’interno del settore ci sarebbe una chiara spaccatura tra le aziende che si occupano di deformazione e quelle specializzate nell’asportazione di truciolo.
Il settore a due velocità
Per la prima volta, Ucimu distingue nettamente le performance dei due comparti: le aziende che lavorano nel settore della deformazione sembrano riuscire a intercettare la domanda di mercati diversi, mentre quelle dell’asportazione di truciolo sono in difficoltà, soprattutto a causa della concorrenza estera, in particolare asiatica, e dell’incertezza che domina il settore automotive.
La necessità di politiche industriali a sostegno della transizione
Rosa ha evidenziato l’importanza di politiche industriali adeguate per sostenere la transizione del settore, in particolare quello automobilistico, un tempo traino dell’economia europea. Ha quindi auspicato un maggiore impegno delle autorità governative e internazionali per sostenere la riorganizzazione della manifattura europea e garantire la competitività in un contesto di green manufacturing.
Il ruolo della Transizione 5.0 e il dialogo con il Governo
Il presidente di Ucimu ha concluso il suo intervento sottolineando l’urgenza di semplificare le misure previste dalla Transizione 5.0 per favorire nuovi investimenti in tecnologie energeticamente efficienti. Ha inoltre chiesto l’apertura immediata di un tavolo di dialogo con il Governo italiano per definire le politiche industriali post-2025, fondamentali per sostenere la competitività dell’industria italiana nei prossimi anni. La ripresa del settore macchine utensili sembra quindi avviata, ma richiederà un impegno concertato da parte delle istituzioni e degli imprenditori per consolidare questa crescita e garantire una transizione industriale efficace e sostenibile.
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