Provincia di Varese compatta sul caso Beko: tutela dell’occupazione al centro del confronto
A Villa Recalcati si è riunito il tavolo provinciale per discutere il futuro dello stabilimento di Cassinetta di Biandronno, con rappresentanti istituzionali e sindacali uniti nella richiesta di un piano industriale chiaro e investimenti per salvaguardare fabbrica e posti di lavoro
A Villa Recalcati, sede della Provincia di Varese, si è riunito il tavolo sulla vertenza Beko Europe l’azienda di elettrodomestici da incasso che a Cassinetta di Biandronno dà lavoro a oltre duemila persone. Nell’ultimo incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy la multinazionale turca ha annunciato una pesante ristrutturazione sulle produzioni riguardanti la refrigerazione e il lavaggio. Al tavolo costituito in Provincia di Varese erano presenti, oltre al presidente Marco Magrini e i quattro capigruppo, il Prefetto Salvatore Rosario Pasquariello, i consiglieri regionali del territorio, ad eccezione di Cosentino, alcuni in presenza altri collegati da remoto. E ancora le parti sociali, il rappresentante della Camera di Commercio, Francesco Maresca, responsabile dell’Area lavoro della provincia di Varese.
«Abbiamo fatto il punto della situazione rispetto all’incontro di Roma di settimana scorsa – ha detto Magrini – È emerso in modo evidente, anche da parte dei sindacati e dei sindaci, la preoccupazione per il futuro dello stabilimento di Cassinetta di Biandronno e del futuro di Beko Europe. Si chiede con chiarezza al ministero di intervenire per comprendere cosa vuol fare la proprietà turca in prospettiva futura. Una cosa è certa non ci sono divisioni politiche: il territorio e il tavolo sono compatti sull’obiettivo, ovvero difendere quei posti di lavoro che non sono solo i 2500 della Beko. Sul territorio è coinvolto tutto l’indotto, quindi altri lavoratori e altre imprese che lavorano per Beko. Si parla di oltre 6000 cittadini e laboratori e quindi è una necessità importante del territorio compatto difendere questa situazione per la provincia di Varese».
Il sindacato dei metalmeccanici provinciale era schierato al completo con i tre segretari Nino Cartosio (Fiom Cgil), Gennaro Aloisio (Fim Cisl) e Fabio Dell’Angelo (Uilm) seduti accanto alla rsu aziendale costituita da Luciano Frontera (Fiom), Tiziano Franceschetti (Fim Cisl dei laghi) e Chiara Cola della Uilm. «Ringraziamo il Prefetto, il presidente Marco Magrini e tutte le autorità intervenute – ha detto Nino Cartosio, segretario provinciale della Fiom Cgil -. A questo tavolo abbiamo condiviso una verità: non è praticabile una dismissione delle attività legate alla refrigerazione. La discussione per noi si fa sul mantenimento dell’occupazione e sulla messa in sicurezza delle linee di prodotto che ci sono oggi presenti sul nostro territorio, sapendo che questo ovviamente pone delle questioni non semplici. La precondizione è un quadro in cui l’azienda propone un progetto industriale e di lavoro, senza dimenticare una volontà di investimento. Ovviamente è importante che i lavoratori e il sindacato facciano le loro iniziative e che il mondo delle istituzioni sia compatto nel dare un supporto».
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