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Bagno di folla per il ritorno di Renato Pozzetto a Gemonio

Biblioteca comunale gremita per l'incontro con il popolare attore, cresciuto nel paese della Valcuvia. "La gente mi considera speciale perché ho sempre frequentato anche le persone comuni"

renato pozzetto biblioteca gemonio novembre 2024

Un amore lungo decenni, ancora vivace e ricambiato. È quello tra Gemonio e Renato Pozzetto, tornato oggi – sabato 16 novembre – nel paese che lo ha accolto da bambino, lo ha visto crescere e intrecciare la sua vita con quella di Cochi Ponzoni facendo così da “nido” per una delle coppie di artisti più famosi e amati d’Italia.

Troppo piccola la – pur capiente – sala della biblioteca comunale che si trova nel complesso del Municipio per contenere tutte le persone arrivate ad abbracciare metaforicamente il “ragazzo di campagna”. Pozzetto ha preso posto accanto a due amici gemoniesi di lunghissima data – Benito Stecca e Giò Barabino – per raccontarsi, raccontare le memorie legate a questi luoghi e presentare la sua biografia “Ne uccide più la gola che la sciarpa”.

Un’occasione per ricordare personaggi antichi: dal Sali Bariatti, detto Settimo Sigillo, il falegname che confezionava le casse da morto, alla Maria Mangiasàa, alla Ines e altri ancora. E poi le riunioni tra amici nella piazzetta dei Martitt, dove Renato viveva da sfollato in tempo di guerra o la “dedica” all’Andreino, suonatore di strumenti a fiato del Brüschett (i piccoli concerti improvvisati dai musici della banda) di Cittiglio, che poi l’attore fece comparire in alcuni spettacoli.

Immancabile il racconto della sua passione per i motori, in particolare delle partecipazioni alla Parigi-Dakar, mentre dal punto di vista cinematografico Renato ha citato un famoso siparietto avvenuto durante la realizzazione de “La patata bollente” insieme ad Edvige Fenech. «Ah Pozzé, guadagnerai anche quarche sordo, ma fai un lavoraccio» gli disse in romanesco un elettricista quando l’attore rimase nudo e “imbarazzato” in una vasca da bagno insieme alla Fenech.

84 anni compiuti a luglio, Pozzetto si è trovato a suo agio in una sala piena zeppa di persone che lo adorano (in molti giunti da fuori, vista l’occasione di trovarsi a tu per tu con il proprio idolo cinematografico). E lui ha voluto regalare una carezza ai suoi compaesani quando gli hanno chiesto come mai, a differenza di alcuni colleghi, lui è ancora molto amato dalla gente comune ed è considerato così speciale. «Perché ho sempre amato frequentare anche le persone umili, e poi perché tutti i gemoniesi sono persone un po’ speciali!».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it
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Pubblicato il 16 Novembre 2024
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