Alla Soara di Angera ultimo appuntamento dell’anno con le ceramiche di Chinosi e Baratelli
Sabato 30 novembre il vernissage che conclude le mostre del 2024 all'ex fabbrica di minerali di Angera. Protagonisti Giovanni Chinosi e Mirella Baratelli, conosciuti in tutto il Lago Maggiore per l'impegno con Cittadini del Mondo
Con le ceramiche di Giovanni Chinosi e Mirella Baratelli si conclude il 2024 alla Soara di Angera, l’ex fabbrica di minerali riconvertita in sala mostre dall’artigiano dell’ulivo Cosimo Damiano Latorre.
Anche per l’ultimo trittico espositivo, dopo Pozzi Rinaldi e Monfrinotti, della stagione autuno-inverno Latorre ha predisposto un’esposizione che vede al centro dell’ex sala mensa il suo percorso tattile di opere lignee, mentre sulle pareti – da sabato 30 novembre (vernissage alle ore 10:30) a domenica 8 dicembre – sarà possibile ammirare a ingresso gratuito le 22 opere in ceramica degli artisti sestesi, molto conosciuti sul territorio del Lago Maggiore anche per l’impegno con Cittadini del Mondo, la realtà che da più di vent’anni si impegna a insegnare l’italiano agli stranieri.
Oltre all’impegno nel sociale, Chinosi e Baratelli si dedicano anche all’arte nel loro laboratorio, il Gio-Mira, tra le colline di San Giorgio e i campi dell’Abbazia. Della coppia Chinosi è l’artista attivo nel campo delle ceramiche da maggior tempo, con un percorso nel mondo delle ceramiche iniziat grazie alla partecipazione al Gruppo dei Ceramisti del Varesotto, «nato attorno al Museo della Ceramica di Laveno con la guida del maestro Albino Reggiori». Una delle sue opere, Gallarate, è custodita al museo MaGa di Gallarate.
Le sue ceramiche, di dimensioni medio-piccole, sono ispirate al territorio locale e ai grandi temi dell’attualità contemporanea. Dal Mar Mediterraneo a una riproduzione del Cristo in croce con gli evangelisti, rilievo dell’età carolingia conservato proprio all’Abbazia sestese di San Donato. La maggior parte delle opere di Chinosi sono accompagnate da didascalie e poesie (con liriche solitamente di grandi autori), in modo tale che la materia si impreziosita e arricchita anche dalla parola. «L’ispirazione arriva prima dalle poesie in cui ti imbatti e che instillano in te un tema da sviluppare o direttamente dalla ceramica? – gli chiediamo -. È sempre la materia a comandare, una volta terminata la ceramica – con un processo che richiede parecchio tempo per essere ultimato – allora cerco le parole più giuste per rendere l’opera ancora più completa e fornire nuovi spunti».
Sulla parete mancina della sala della Soara saranno invece esposte una decina di opere di Baratelli, a lungo musa ispiratrice di Chinosi e oggi compagna nell’arte, oltre che di vita, dopo esser stato per anni la sua curatrice. Se appunto Chinosi preferisce affidarsi a veri e propri testi (poetici e non), Baratelli utilizza invece le parole in maniera più diretta, con dei titoli parlanti. Uno stile più diretto e, probabilmente, meno “lirico”, anche nei temi raffigurati dalle opere, ma sempre in grado di raccontare la realtà e offrire spunti di riflessione.
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