Terzo incontro di Beko al ministero: “I marchi Ignis e Indesit non si toccano”
Al Mimit Beko parla di condizioni di contesto difficili. Il sindacato: “Lo sapevate prima dell’acquisto di Whirlpool”
Terzo incontro al Mimit tra la multinazionale turca Beko e i sindacati di categoria Fim Cisl. Fiom Cigl e Uilm. Presente al tavolo il ministro Adolfo Urso, i sindacati di categoria Fiom, Fim e Uilm oltre alle varie istituzioni territoriali tra cui la Provincia di Varese e il sindaco di Biandronno.
Ad aprire i lavori è stato il ministro che ha ricordato la crisi del settore dell’elettrodomestico ripescando nella memoria la recente storia di Whirlpool e alcune importanti ristrutturazioni.
Il governo consapevole della difficoltà, ha attivato il Golden Power già nel 2023 prima della decisione dell’Antitrust. Dopo un’accurata ricostruzione, Urso ha definito il piano presentato da Beko inaccettabile poiché non in linea con il Golden Power.
Il ministro ha poi ribadito che le eventuali chiusure di stabilimenti possono diventare un problema di sicurezza economica e sociale. Il Golden Power non si esaurisce ed è sostanzialmente in vigore come dal suo intervento in senato. Non è ammissibile una sovrapposizione di produzione con altri paesi dove Beko produce. L’azienda, secondo Urso, deve dimostrare che non vi siano queste sovrapposizioni di prodotti.
David Maurizio Sberna, responsabile relazioni esterne di Beko, a sua volta ha sottolineato che dopo l’acquisizione da parte dei turchi le condizioni di contesto e di settore erano fortemente peggiorate, al punto di aver abbassato la saturazione degli stabilimenti.
Attualmente la concorrenza orientale ha acquisito circa il 38% del mercato, mentre nel recente passato era al 17% circa del market share. Anche per questo è stato necessario annunciare la chiusura in Inghilterra e Polonia.
Sberna prosegue ribadendo l’impegno di Beko in italia confermando ricerca sviluppo e design a livello globale dei prodotti del caldo. A Cassinetta sono stati stanziati 60 milioni di investimenti. Ma la situazione rimane difficile sul lavaggio e sui prodotti del freddo. Quindi c’è la necessità di dismettere le produzioni.
Tibaldi della Fiom nazionale ha precisato che nel 2024 ben prima dell’acquisizione Beko conosceva già lo scenario di contesto. Inoltre, ha ricordato che fu proprio il sindacato a chiedere subito il tavolo di confronto che l’azienda invece aveva rifiutato. «Questo è un piano di dismissione a neanche 6 mesi dall’acquisizione che di fatto è servita solo per possedere i marchi questa è vera mancanza di rispetto verso il nostro paese», ha concluso Tibaldi.
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