“Non siamo lavativi”. I lavoratori della Lascor scrivono a Varesenews
Molte le lettere arrivate in redazione sulla bocciatura dell'accordo che chiedeva ai dipendenti della azienda di Sesto Calende di lavorare il sabato e la domenica. Riflessioni a cui hanno risposto i due sindacalisti che hanno condotto la trattativa
La bocciatura dell’accordo sindacale sul ciclo continuo da parte dei lavoratori della Lascor è una vicenda che pone molte molte domande: si puo’ parlare di qualità della vita, se si lavora anche il sabato e la domenica? Quanto vale in termini economici questo sacrificio? E ancora, in un momento di crisi economica così profonda, è giusto rifiutare un accordo che tende a stabilizzare i lavoratori precari e dà prospettive per il futuro a tutti i 530 lavoratori dell’azienda?
A Varesenews hanno scritto alcuni dipendenti dell’azienda di Sesto Calende, puntualizzando una serie di questioni relative all’accordo. Osservazioni che abbiamo raccolto in tre grandi temi, presenti in tutte le lettere, e girato ai due sindacalisti, Francesca De Musso (Fiom-Cgil) e Giuseppe Marasco (Fim -Cisl), protagonisti della trattativa aziendale.
LE RAGIONI DELLA BOCCIATURA – «Hanno vinto i no, non per non lavorare, ma per le condizioni dettate. L’accordo imponeva il lavoro del sabato e della domenica, con una rinuncia alla vita familiare»
Giuseppe Marasco (Fim-Cisl) – «Ridurre la questione al fatto di aver voglia o non voglia di lavorare non è corretto. Le persone non vogliono lavorare la domenica per vari motivi, occorre però anche guardare il contesto economico generale, fuori dalla Lascor c’è la crisi e se perdiamo le commesse si riduce il personale. Non voglio fare il Marchionne di turno, ma provo a porre alcune domande più dirette: se perdi il posto di lavoro la tua vita migliora o peggiora? Che differenza c’è tra una mamma che lavora la domenica nella grande distribuzione e una che fa il ciclo continuo alla Lascor? Quando siamo passati da giornata a due o tre turni, a fronte di un aumento del salario, la qualità della vita è peggiorata? Non è semplice rispondere a queste domande, me ne rendo conto. Quell’accordo mirava a salvaguardare l’occupazione».
Francesca De Musso (Fiom- Cgil) – «Ci terrei a sottolineare che mi è dispiaciuto vedere i 530 lavoratori della Lascor “bollati” come lazzaroni. L’azienda ha riconosciuto che è stato grazie alla risposta avuta in questi anni dai lavoratori, sempre positiva, attenta e puntuale, che ha raggiunto i brillanti risultati (l fatturato del gruppo svizzero Swatch, di cui la Lascor fa parte, è cresciuto del 21,6% nell’ultimo anno, soprattutto nel comparto orologi ndr). Lavorare la domenica è un sacrificio, però ricordiamo che nell’azienda di Sesto calende c’è già chi volontariamente lavora in quei giorni. Io ho fatto una proiezione e ho visto che nel 2011 un lavoratore lavorava 16 week-end, se uno dovesse fare il ciclo continuo per metà anno il sabato e la domenica lavorerebbe. Forse l’azienda dovrebbe dare più incentivi».
AUMENTI DI STIPENDIO REALI O VIRTUALI? – «Non è vero che avrebbero dato un aumento di 300-400 euro. Nelle simulazioni fatte non si mettono gli straordinari, oltretutto sapendo che nel ciclo continuo sono quasi inesistenti. Quindi togliendo gli straordinari dalla simulazione a ciclo continuo si arriva ad uno stipendio pari facendo due sabati al mese con l’orario ora in vigore».
Francesca De Musso (Fiom- Cgil) – «I 300/400 euro contenuti nella proposta sottoposta ai lavoratori si raggiungono solo con la continuità delle ore lavorate. Questo è un aspetto molto importante. Ogni blocco è composto da 32 ore (8 ore per quattro giorni ndr). Se un lavoratore non le lavora tutte e 32 in quella settimana, ma, ad esempio, per qualsiasi motivo ne lavora solo 30, non prende il gettone di 82 euro. E così per tutti e cinque i blocchi. Il meccanismo di aumento della busta paga è legato alla continuità delle 32 ore».
Giuseppe Marasco (Fim-Cisl) – «I 300/400 euro, che si continuano a menzionare, sono lordi e reali, ottenuti sulla base di un calcolo preciso: abbiamo preso due buste paga vere di novembre 2011, un quarto e un quinto livello, parliamo di buste paga che vanno da 1.100 a 1.400 euro, e con lo stesso orario, malattie e permessi compresi, le abbiamo utilizzate come se fossero buste paga di un ciclo continuo. Questo significa, ad esempio, che i 200 nuovi assunti, assunzioni fatte con un livello bassissimo, con l’ accordo sul ciclo continuo e il relativo aumento, che è lordo ed è tassato al 10%, arrivavano a prendere 1.500 euro al mese e stiamo parlando dei livelli più bassi».
STABILIZZAZZIONE DEI PRECARI E SOLIDARIETA’ TRA LAVORATORI – «Discorso precari. Nell’accordo si diceva che il sindacato avrebbe seguito ogni scadenza di contratto ma senza una certezza del 100% della riconferma. Non c’era nessuna lista con nomi dove poter fare affidamento ad un passaggio a tempo indeterminato».
Giuseppe Marasco (Fim-Cisl) – «L’accordo prevedeva la stabilizzazione di questi lavoratori. Non dimentichiamo che la Lascor in questi anni ha investito undici milioni di euro nel cuore della produzione ed è chiaro che un investimento del genere guarda perlomeno al medio periodo, quindi era tutto interesse dell’azienda stabilizzare quei posti di lavoro per aumentare la produzione in modo stabile. Ora dobbiamo chiederci dove l’azienda integrerà quella produzione che tra l’altro era a monte del ciclo produttivo, particolare non indifferente, perché dà impulso a tutto il resto».
Francesca De Musso (Fiom- Cgil) – «La prima riflessione che balza agli occhi è proprio quella della solidarietà tra lavoratori, è vero. E noi come sindacalisti ci dobbiamo interrogare in proposito. Io spero che si ricominci proprio da questo aspetto: questa ipotesi di accordo è comunque positiva, chiaramente non si puo’ firmare perché è stata bocciata, però se lavoriamo tutti insieme per cambiare due o tre cose, primo fra tutti il gettone di incentivo per il ciclo continuo, possiamo salvaguardare questi posti di lavoro che in un momento di crisi profonda come questo, più sono stabili, più sono preziosi».
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