Tre giorni per parlare di disturbi alimentari a Luino con una mostra e un convegno a Palazzo Verbania
Dal 21 al 23 febbraio si volgerrà un'importante doppia iniziativa volta a sensibilizzare sul tema dei disturbi alimentari che unisce arte e prevenzione
Bulimia e anoressia sono termini noti più o meno tutti, ma ne conosciamo realmente i subdoli meccanismi? Se poi nominiamo Binge Eating o Night Eating Syndrome iniziamo a entrare in un mondo sconosciuto ai più, che comprende anche ortoressia, bigoressia, disturbo da ruminazione, picacismo: tutti disturbi legati a un anomalo rapporto con il cibo.
In Italia sono circa 3 milioni i soggetti affetti da Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione (DAN). Secondo la Società Italiana di Riabilitazione Interdisciplinare Disturbi Alimentari e del Peso (SIRIDAP) la pandemia da Covid-19 ha determinato un aumento del 30% di questi disturbi, con gravi ripercussioni sulle famiglie, che, disarmate, si trovano a fronteggiare i disagi dei propri figli causati dalla riduzione significativa dei contesti di socialità. Nel corso del 2021 le richieste di aiuto pervenute al numero verde SOS DCA istituito dalla Prsidenza del Consiglio sono più che triplicate.
Per questo dal 21 al 23 febbraio, Palazzo Verbania a Luino sarà teatro di un’importante doppia iniziativa volta a sensibilizzare sul tema dei disturbi alimentari che unisce arte e prevenzione.
La mostra fotografica narrativa “#Io Non Esisto”, con scatti di Marco Rilli e interviste curate da Cinzia Fumagalli, offrirà un viaggio emotivo nel mondo di queste problematiche. L’esposizione inaugurerà venerdì 21 febbraio alle ore 20.30, con orari di apertura diversificati e visite guidate per le scuole su prenotazione. L’età di esordio dei disturbi alimentari si è, infatti, notevolmente abbassata, ponendosi mediamente attorno ai 12/13 anni, con esordi anche in bambini di 8/9 anni.
Sempre il 21 febbraio, alle ore 20.30, si terrà l’incontro “Guerrieri Frangibili”, un momento di confronto e prevenzione. Tra i relatori, il sindaco di Luino Enrico Bianchi, esperti come Eugenia Dozio e Nikla Bene, e rappresentanti di Villa Miralago e Ananke Family. L’ingresso è gratuito per entrambe le iniziative. Un appuntamento significativo, patrocinato da istituzioni locali e regionali, per riflettere e agire sul tema dei disturbi alimentari.
Il progetto #IOnonESISTO, si pone l’obiettivo di far conoscere queste patologie attraverso la fotografia, le testimonianze e il dolore di chi ne soffre in prima persona e di tutti coloro che ne sono inevitabilmente coinvolti.
«Riteniamo sia molto importante divulgare e sostenere il progetto #IOnonESISTO»dichiara il Presidente di Fondazione Ananke di Villa Miralago Alberto Simone Pozzoli «per frenare la diffusione di questo fenomeno occorre infatti diffonderne la conoscenza, affinché sia più semplice intercettare precocemente i sintomi che indicano il malessere».
Gli autori del progetto, hanno incontrato, intervistato e fotografato circa 100 persone: pazienti, ex pazienti, genitori, familiari e partner, medici, psicologi, nutrizionisti e tanti altri. Si tratta di un viaggio emotivo il cui scopo è comunicare un forte messaggio che aiuti a riflettere sulle difficoltà, le paure, le angosce, il senso d’impotenza e di colpa e la sensazione di inadeguatezza di coloro che vivono direttamente o indirettamente queste patologie.
Dal punto di vista artistico, Marco Rilli, fotografo, e Davide Comotti, backstage, hanno effettuato scelte molto nette, cercando di eliminare qualsiasi elemento di disturbo: foto in bianco e nero su fondale neutro e illuminazione semplice. Il racconto visivo si sofferma sui segni interiori dei soggetti.«Si è scelto di non sottolineare i segni che la malattia scolpisce nel corpo, per non rischiare facili spettacolarizzazioni, puntando invece alla persona in quanto tale» afferma Marco Rilli «spesso i soggetti ritratti sorridono.Questo perché si è deciso di fotografare le persone sotto una luce diversa, non volendo rappresentare la loro malattia, ma le loro personalità.».
Ad intervistare i soggetti, molti dei quali fanno parte di Villa Miralago, il più grande Centro in Italia per la cura dei disturbi alimentari (Cuasso al Monte, VA) e struttura d’eccellenza integrata nel SSN lombardo, è stata Cinzia Fumagalli, madre di un ex paziente e organizzatrice dell’evento.
«Questo progetto mi ha dato la possibilità di dare un senso alla malattia di mia figlia. La sofferenza è l’elemento che equipara tutti gli esseri umani e questa è la ragione che mi ha spinta a raccogliere non solo le testimonianze di chi sta vivendo la malattia, ma anche di tutti coloro che la incontrano o semplicemente la sfiorano» dichiara Cinzia Fumagalli «questo viaggio mi ha vista partire con una valigia vuota che durante il percorso si è riempita di una grande autentica umanità».
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