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Ex caserma al Confine per i richiedenti asilo, a Varese la riunione per fare il punto

Il prefetto Pasquariello ha convocato anche le istituzioni ticinesi oltre ai vertici di forze dell’ordine ed enti interessati. La polemica non si raffredda

Generico 10 Feb 2025

Sulla questione della ex caserma dei carabinieri di Fornasette che verrà impiegata come centro di accoglienza straordinaria per richiedenti asilo dalla prossima primavera, la prefettura di Varese ha fatto sapere che è stata definita una data, il 21 di febbraio, per una riunione tecnica cui il prefetto Rosario Pasqauriello ha invitato le parti interessate, oltre alle istituzioni cantonali.

È difatti proprio in Svizzera che la polemica ha cominciato a maturare, sulla base di prese di posizioni critiche da parte di amministratori di Confine (comune di Tresa, in Ticino) che nutrivano dubbi circa l’opportunità di istituire un centro così a ridosso dal confine di Stato (Fornasette è uno dei valichi a cui si accede da una strada provinciale, la “sp6dir“, in territorio lunense).

Poi la polemica si è spostata in territorio italiano con la minoranza consiliare di Luino (Centrodestra e Azione Civica) che ha chiesto un consiglio comunale ad hoc e la trattazione della materia in modo da informare la cittadinanza, esponendo problematiche sia sul piano logistico, sia su quello legato alla sicurezza.

Dal canto suo la maggioranza di Luino in una nota congiunta ha fatto sapere che la decisione di realizzare un centro per richiedenti asilo nella struttura risiede in una designazione unilaterale da parte del ministero dell’Interno che attraverso le prefetture aveva scelto di individuare strutture appartenenti al demanio dello Stato (quindi non di proprietà comunale) per la creazione di centri da destinarsi ad accoglienza di richiedenti protezione internazionale.

Il sindaco di Luino Enrico Bianchi in questa fase preferisce non rilasciare dichiarazioni (parla di «un mare di fango», che gli si è riversato addosso) sottoscrivendo la recente presa di posizione del suo gruppo consiliare dove si specificano i contorni della vicenda: cioè che la decisione sia stata presa a Roma.

Il Comune di Luino, si apprende, è stato informato dalla prefettura di Varese «circa un anno fa» della decisione relativa all’ex caserma di Fornasette. Dopo quei contatti sono stati effettuati alcuni sfalci d’erba su ordine della proprietà (dunque il demanio dello Stato). Ma il sindaco non ha ricevuto comunicazioni ufficiali circa lo stato di avanzamento dei lavori di adeguamento della struttura. Sarà anche questo, probabilmente, uno dei punti su cui si concentrerà la riunione in prefettura per il prossimo 21 febbraio, a cui parteciperà anche il responsabile della cooperativa che gestirà il centro di accoglienza in allestimento. Saranno presenti anche il direttore del dipartimento delle Istituzioni del Canton Ticino Norman Gobbi che estenderà l’invito al sindaco di Tresa.

Nel frattempo come si accennava non mancano altre voci di protesta sulla decisione di porre i richiedenti asilo al confine con la Svizzera, ultima delle quali arriva dai giovani di Forza Italia che in una nota esprimono le preoccupazioni, rimandando ad episodi relativamente recenti occorsi in Valcuvia (e su cui la stessa Prefettura ai tempi intervenne con riunioni e decisioni, in particolare riguardo al caso di Cassano Valcuvia dove venivano ospitati minori stranieri non accompagnati): «La nostra diffidenza», scrivono da Forza Italia Giovani «si basa anche su esperienze già vissute nel Luinese, legate alla gestione dei richiedenti asilo da parte di alcune cooperative sul territorio».

La caserma in questione, a poche decine di metri dal confine è chiusa da diversi anni e potrebbe ospitare nuclei famigliari.

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Pubblicato il 12 Febbraio 2025
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