Una “doppia” Via Crucis ad Angera: le sculture di Latorre esposte alla Soara e alla chiesa di Sant’Alessandro
Un viaggio tra arte sacra e attualità nel borgo ai piedi della Rocca. Le sculture in ulivo di Cosimo Damiano Latorre raccontano la "passione" con due esposizioni parallele: apertura da lunedì 10 marzo

Oltre trenta sculture in ulivo dal significato religioso e sociale in mostra ad Angera per tutta la quaresima fino al Lunedì dell’Angelo.
In occasione della prossima Pasqua, l’artista e artigiano del legno Cosimo Damiano Latorre organizza una doppia esposizione, dal titolo La Via Crucis di Cristo e dell’Uomo, che sarà allestita tra le mura della Soara – l’ex fabbrica della Magnesia in via Dal Molin – e quella della chiesetta di Sant’Alessandro, nel pieno centro del borgo bagnato dal Verbano.
Il tema dell’opere realizzate da Latorre è la “via della croce”, inteso sia nella sua versione “tradizionale”, inerente alla Passione di Gesù, sia in una seconda variante laica, dell’Uomo, ritraente soggetti d’attualità e le sofferenze del mondo odierno, con l’obiettivo di suscitare e far riscoprire ai visitatori un messaggio universale di pace e fratellanza.
La mostra, a ingresso gratuito come tutte le iniziative organizzata dalla Soara, avrà luogo da lunedì 10 marzo fino a lunedì 21 aprile, dalle 9.30 alle 12 e poi dalle 15 alle 19, permettendo così a chiunque di immergersi in questo viaggio artistico e spirituale. Nelle intenzioni dell’artista l’ideale sarebbe visitare i due luoghi durante una breve passeggiata di un chilometro e dalla durata di circa 10 minuti a piedi. D’altronde il cammino è uno dei temi collaterali presenti nel rito religioso che commemora il percorso di Gesù lungo il Calvario.
Nella chiesa di Sant’Alessandro sarà possibile ammirare le quindici stazioni in ulivo dedicate alla morte del Nazareno che Latorre per l’occasione ha spostato dalla Soara, dove invece saranno in mostra le sculture sulla Via Crucis dell’Uomo. Quindici stazioni perché, oltre alla quattordici “canoniche” del rito cattolico, Latorre ha voluto aggiungerne un’ultima raffigurante la Resurrezione. Una particolarità dell’opera dell’artista, lucano di nascita ma angerese d’adozione, è che le opere lignee di stampo religioso danno vita non alle complesse e ricche scene dei quattro Vangeli, bensì si focalizzano sulle mani dei protagonisti. I protagonisti sono i dettagli, che dà un lato forniscono “immediatezza” alla scena, dall’altra supportano la poetica di Latorre, scultore di «opere da toccare». Più volte, infatti, l’artista ha organizzato nella vecchia sala mensa della fabbrica di minerali percorsi tattili, ovvero esposizioni da effettuare bendati per esperire l’arte con un senso diverso dalla vista, quello del tatto.
Parallelamente alla Via Crucis di Cristo, la Soara ospiterà dunque quella dell’Uomo. Si tratta di una riflessione personale dell’artista nata dai fatti di attualità e della cronaca internazionale come l’invasione russa dell’Ucraina, il massacro di Bucha, i migranti morti nel Mediterraneo come il piccolo Aylan Kurdi (nella foto sotto) e le conseguenze delle bombe a Gaza. Immagini note della storia a noi contemporanea, conosciute in televisione e che riprendono vita nell’ulivo di Latorre. Accanto alle sculture sul naufragio di Cutro, la mano con lo smalto rosso di Irina Filkina ancora lo straziante abbraccio di Inas Abu Maamar, ritratta nella foto di Salem Mohammed che ha preso il nome di La Pietà di Gaza, Latorre ha voluto, analogamente a quanto fatto per la Via Crucis religiosa, dare un messaggio di speranza, con l’opera conclusiva della mostra che mostra l’incontro di due mani, un abbraccio di comunione e unione umana che prescinde da colore della pelle, nazionalità e dalla stessa religione.
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