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“Noi siamo montagna”. Buona la prima per la rassegna “Altitudini”

Tra documentari e storie di Resistenza, la rassegna ideata dall’associazione Amici di Riccardo Prina porta a Varese il meglio del Film Festival di Trento, esplorando il rapporto tra uomo, natura e memoria storica

varese varie

È stato un ottimo debutto per la rassegna “Altitudini”, la tre giorni di film e documentari provenienti dal Festival di Trento, ideata dall’associazione Amici di Riccardo Prina, in corso a Varese dal 14 al 16 marzo al Cinema Teatro Nuovo e al Cineclub Filmstudio 90.
La mattinata di venerdì, riservata alle scuole, si è aperta con la proiezione di un documentario prodotto dal Museo delle Scienze di Trento. Lo storico Antonio Maria Orecchia e lo zoologo Adriano Martinoli, professori dell’Università dell’Insubria, hanno dato vita a un bel confronto sulla montagna come habitat naturalistico in grado di accogliere il ritorno su tutto l’arco alpino dei grandi carnivori, come il lupo e l’orso, animali che storicamente convivono con l’uomo in un rapporto che non ha implicazioni solo faunistiche. «Nella discussione si è passati senza soluzione di continuità dai temi della montagna e della fauna a quelli della Resistenza –  ha spiegato Mauro Gervasini, direttore artistico della rassegna e responsabile del programma del Film Festival di Trento -. È indubbio che sia la Resistenza che il lupo, per esempio, sono passati nel corso del tempo attraverso una forma di racconto che li ha in qualche modo mitizzati».

NOI SIAMO MONTAGNA

Sala quasi al completo per le due prime proiezioni serali al Cinema Nuovo: “Diciasette” , del regista Thomas Horat, vincitore della rassegna di Trento come miglior cortometraggio, che narra la storia della staffetta partigiana Antonietta Chiovini, e “Il contrabbando non è peccato”, documentario ambientato sulle montagne dell’Ossola e del Vallese che ricostruisce il fenomeno degli spalloni.
Due film che raccontano una montagna che ci è familiare, un territorio molto simile al nostro, soprattutto nella fascia di confine a nord della provincia di Varese. «Con questa rassegna voglio ricordare a noi varesini – ha sottolineato Gervasini – che noi siamo montagna. È vero che le Prealpi non sono le Dolomiti, ma parlano lo stesso linguaggio delle montagne più importanti, alle quali siamo abituati a pensare quando pensiamo alla montagna».

I DUE VINCITORI DEL FILM FESTIVAL DI TRENTO

Nella giornata di sabato 15 marzo le proiezioni inizieranno alle 17 e 30 al Filmstudio 90 con “L’età sperimentale di Marco Zingaretti (Italia, Stati Uniti, 2024). Si proseguirà con “Le fils du chasseur” di Juliette Riccaboni (Svizzera, 2023), mentre a chiudere la serata con inizio alle 21 sarà “Un pasteur” di Louis Hanquet (Francia, 2024), ovvero secondo e primo classificato al Film Festival di Trento.
Per la seconda giornata è stata annunciata la presenza di Miro Forti e Rosanna Stedile, componenti dello staff che affianca Gervasini nella selezione dei film.
La rassegna chiuderà domenica 16 marzo al Cineclub Filmstudio 90 con la proiezione alle 20 del documentario “Tales of Jan Mayen” di Hugo Pettit (Regno Unito, 2022) a seguire “Les vagabonds du Logan” di Mathieu Rivoire (Francia, 2022).
«Questa rassegna di Altitudini è una sorta di numero zero. Vorremmo riuscire ad andare avanti. Stasera siete in tanti, quindi ci incoraggiate» ha concluso Gervasini.

“Per tre volte ho incontrato l’orso nel bosco, e per tre volte è fuggito”

Pubblicato il 15 Marzo 2025
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