Tornano gli arazzi restaurati all’Isola Bella
In tutto sono sette le opere restaurate della collezione Borromeo
Dal 25 aprile il pubblico potrà tornare ad ammirare tutti i 7 arazzi restaurati della collezione Borromeo all’Isola Bella; inoltre chi visiterà la sala degli arazzi il 24 aprile potrà vedere all’opera i restauratori che lavoreranno per sistemare in loco gli ultimi due arazzi. Questi i temi dei singoli grandi arazzi: Verzure con Leonessa e anatroccoli – Verzure con unicorno scimmia e aquila – Verzure con grande Unicorno attaccato – Verzure con struzzi – Verzure con leonessa – Verzure con tigre – Verzure con serpenti.
Il restauro è stato effettuato nel corso degli ultimi anni dalla De Wit Royal Manufacturers of Tapestry, Mechelen, fondata nel 1889 e attualmente diretta da Yvan Maes De Wit, che rappresenta all’interno della sua famiglia la quarta generazione di restauratori specializzati nell’arte di pulire e restaurare gli arazzi. Attualmente lo staff è composto da 15 abilissimi restauratori che hanno visto passare tra le proprie mani gli arazzi più preziosi al mondo.
Il trattamento a cui sono stati sottoposti gli arazzi comprende: Spolvero ed eliminazione della fodera – Eliminazione di tutti i restauri precedenti di cattiva qualità – Pulizia con aspirazione da aerosol e rimessa in forma del tessuto su tavolo aspirante – Cucitura delle sostituzioni -Conservazione su tessuto di consolidamento di tutte le parti con lacune o fragili – Foderatura in lino puro prelevato con sistema di aggancio.
I sette arazzi fiamminghi della collezione Borromeo furono tessuti intorno al 1565 a Bruxelles probabilmente nella bottega di Pieter Coecke van Aalst, sulla base di cartoni elaborati da Michael Coxie (1499-1592) per le figure e da Wiellem Tons (o Tonis Thonis, Thoens) per i paesaggi e gli animali; i panni hanno altezze simili ma larghezze diverse (502-650) e appartengono tutti al medesimo insieme come dimostrano oltre ai dati dello stile, il disegno delle bordure identico in ognuno dei pezzi (ad eccezione dei cartigli con dei testi e dei medaglioni che variano in ogni esemplare) e la coerenza della tecnica di esecuzione: una trama di lana e seta con fili d’oro e d’argento con una densità dell’ordito di 9 fili per cm, e una gamma cromatica di grande varietà con toni sfumati ed effetti pittorici di grande raffinatezza. L’insieme è giunto nell’isola Bella nel 1787 come dono del cardinale Vitaliano VII Borromeo (1720-1793) al nipote Giberto V (1751-1837); la provenienza anteriore non è certa ma secondo un’ipotesi seducente e molto verosimile gli arazzi possono aver fatto parte della collezione del cardinale Mazarino, nel cui inventario (1661) compare una serie di panni che corrisponde a questa per formato, soggetti e temi delle bordure.
Per informazioni e visite guidate alle Isole Borromeo tel. 0323-30556, fax 0323-30046, info@borromeoturismo.it, www.borromeoturismo.it
Il restauro è stato effettuato nel corso degli ultimi anni dalla De Wit Royal Manufacturers of Tapestry, Mechelen, fondata nel 1889 e attualmente diretta da Yvan Maes De Wit, che rappresenta all’interno della sua famiglia la quarta generazione di restauratori specializzati nell’arte di pulire e restaurare gli arazzi. Attualmente lo staff è composto da 15 abilissimi restauratori che hanno visto passare tra le proprie mani gli arazzi più preziosi al mondo.
Il trattamento a cui sono stati sottoposti gli arazzi comprende: Spolvero ed eliminazione della fodera – Eliminazione di tutti i restauri precedenti di cattiva qualità – Pulizia con aspirazione da aerosol e rimessa in forma del tessuto su tavolo aspirante – Cucitura delle sostituzioni -Conservazione su tessuto di consolidamento di tutte le parti con lacune o fragili – Foderatura in lino puro prelevato con sistema di aggancio.
I sette arazzi fiamminghi della collezione Borromeo furono tessuti intorno al 1565 a Bruxelles probabilmente nella bottega di Pieter Coecke van Aalst, sulla base di cartoni elaborati da Michael Coxie (1499-1592) per le figure e da Wiellem Tons (o Tonis Thonis, Thoens) per i paesaggi e gli animali; i panni hanno altezze simili ma larghezze diverse (502-650) e appartengono tutti al medesimo insieme come dimostrano oltre ai dati dello stile, il disegno delle bordure identico in ognuno dei pezzi (ad eccezione dei cartigli con dei testi e dei medaglioni che variano in ogni esemplare) e la coerenza della tecnica di esecuzione: una trama di lana e seta con fili d’oro e d’argento con una densità dell’ordito di 9 fili per cm, e una gamma cromatica di grande varietà con toni sfumati ed effetti pittorici di grande raffinatezza. L’insieme è giunto nell’isola Bella nel 1787 come dono del cardinale Vitaliano VII Borromeo (1720-1793) al nipote Giberto V (1751-1837); la provenienza anteriore non è certa ma secondo un’ipotesi seducente e molto verosimile gli arazzi possono aver fatto parte della collezione del cardinale Mazarino, nel cui inventario (1661) compare una serie di panni che corrisponde a questa per formato, soggetti e temi delle bordure.
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