Quando la stazione va…in ritirata
Una delegazione di giornalisti svizzeri passa dai bagni del vecchio scalo. Ecco cosa hanno visto
Qualcuno disse che “la civiltà di un popolo, spesso, si mostra dallo stato dei propri bagni”, dalle toilette. Se così fosse, la stazione ferroviaria Internazionale di Luino restituisce ai tanti svizzeri che la frequentano settimanalmente un’immagine poco civica e civile del nostro popolo (nella foto, un corridoio interno alla stazione).
Una delegazione di giornalisti ticinesi, accompagnata dai tanti svizzeri che spesso arrivano nel capoluogo del Verbano, ha deciso di denunciare questo stato di cose, in quella che è la prima cittadina italiana una volta varcato il confine ticinese. Foto e filmati effettuati dagli svizzeri mostrano poi una serie di paradossi singolari: c’è una sala d’aspetto attrezzata con panche per la sosta per non stare all’addiaccio con queste temperature, panche visibili dalla porta vetro ben chiusa e con un cartello che rimanda al vicino salone. Si fanno pochi metri e nell’enorme salone indicato non c’è traccia di una panchina, una sedia, un pagliericcio, nulla che possa agevolare la sosta dei pendolari. Ci si chiede il perché di tutto questo.
Lo stato dei bagni è ben visibile dalle foto (qui a desttra) che hanno il potere di celare il tanfo e non va meglio agli stabili all’esterno della stazione preposti alla fureria delle due società di trasporto, quella svizzera e quella italiana, quest’ultima ormai abbandonata.
Lo stabile svizzero è subito riconoscibile per ordine, cura, intonaco verdone senza calcinacci che si staccano e rigorosa pulizia. Accanto, attaccati, ci sono gli ex uffici e magazzini italiani transennati per pericolo crolli per decine di metri, con il tetto in parte già sfondato. Il servizio continua mostrando i cartelli elettorali in giro per la cittadina. Gli amici svizzeri vanno via, delusi. Soprattutto non capiscono il grande chiasso intorno ad un muro che viene eretto e il grande silenzio intorno ai tanti muri che crollano.
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