Partito il tavolo provinciale per non farsi “sorprendere” da Alptransit
E' cominciato con una riunione tra sindaci, Provincia, Rfi e Regione, un percorso per verificare il cronoprogramma delle opere che riducano l'impatto della ferrovia entro il 2020
E’ cominciato oggi, 2 aprile 2015, con una riunione tra sindaci interessati Rfi e Regione, un percorso tra i sindaci dei 29 comuni interessati e la provincia di Varese per verificare il cronoprogramma delle opere, definire le attività di coordinamento e mettere in campo quindi in concreto le opere di viabilità utili per risolvere i problemi che l’arrivo dell’Alptransit nel 2020 creerà ai comuni sul bordo del lago Maggiore.
La grande opera ferroviaria porterà infatti in territorio della provincia di Varese 95 treni al giorno, lunghi anche 750 metri, in un territorio che vede 24 passaggi a livello: una situazione che fa rischiare al territorio la paralisi, o almeno gravi disagi, se non viene in qualche modo modernizzata e sanata.
Un lavoro che richiede molti soldi. E finora le uniche somme certe sono quelli già stanziati dal governo Svizzero, 120 milioni di euro che dovrebbero servire innanzitutto per riammodernare le rotaie e soprattutto allargare le gallerie, le quali dovranno avere lo spazio per far passare treni che non solo sono molto più lunghi del normale ma anche più alti: si arriverà infatti fino a 4 m.
Quello che resterà, più quello che Rfi o Regione metteranno a disposizione, servirà per le opere accessorie, quelle che permetteranno ai comuni di non spezzare la loro cittadina in due con passaggi a livello perennemente abbassati, per garantire la sicurezza in caso di necessità o urgenze, non stravolgere il traffico di percorrenza da un comune all’altro o abbassare il livello di rumore. «Il tavolo di lavoro che sta cominciando serve proprio a questo– ha spiegato il Consigliere incaricato alla Viabilità Marco Magrini – Per decidere collettivamente quali sono le opere prioritarie da mettere in campo prima dell’avvio di Alptransit».
«L’incremento dei passaggi ferroviari – ha continuato Magrini – creerà infatti parecchie difficoltà ai comuni interessati dalla tratta in questione. Provincia di Varese da più di un anno sta lavorando in collaborazione con Regione e con i Comuni su questa delicata e importantissima questione. Settimana scorsa in Regione con il neoassessore Alessandro Sorte abbiamo ripreso il discorso e oggi a Villa Recalcati si fa prima il punto della situazione dei progetti e poi si inizia a definire una serie di criteri possibili per arrivare a determinare le priorità di intervento».
Tra i criteri proposti dalla provincia che possono rendere prioritarie alcune opere rispetto ad altre ci sono i benefici per la viabilità provinciale, l’interesse sovracomunale, l’accessibilità al territorio dei mezzi di soccorso, l’entità del traffico veicolare che interessa il passaggio a livello, gli effetti positivi per i flussi turistici, il miglioramento dell’accessibilità e vivibilità dei centri abitanti, il rapporto dei costi/benefici e il numero di treni transitanti sul passaggio a livello.
«Alptransit – ha spiegato il consigliere incaricato ai Trasporti Valerio Mariani – significa, non possiamo dimenticarlo, sgravare il territorio provinciale dal traffico su gomma e incrementare quello su rotaia. Questo concetto deve però essere calato nel concreto e diventare un’opportunità sia sotto l’aspetto della mobilità, ma anche sotto il profilo dell’impatto ambientale. Ciò significa lavorare insieme al fine di ottenere la realizzazione di una serie di progettualità che vanno a ridurre concretamente i disagi che porta l’incremento dei passaggi dei convogli di Alptransit».
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