Quando in Svizzera si cercava l’oro
Il recupero della miniera della Costa di Sessa in una conferenza venerdì sera
Venerdì 16 giugno a Maccagno con Pino e Veddasca Alfonso Passera e Daria Gilli presentano una serata legata al passato, di quando nel 19° secolo il Malcantone si chiamava la California del Ticino per i suoi giacimenti auriferi. Ancora oggi le gallerie abbandonate testimoniano l’opera dei cercatori d’oro.
“Si desidera recuperare una di queste miniere per dare un impulso maggiore al turismo già attivo con i suoi sentieri tematici. La miniera è situata in località “La Costa” tra i comuni di Sessa e di Astano”, scrivono gli organizzatori dell’evento in programma alle 21 al Punto d’incontro di Maccagno di via Valsecchi.
La miniera d’oro è nata nel 1874 grazie all’intuito dell’ingegner Baglioni e ha dato lavoro a 150 persone circa, non solo del territorio, ma anche operai provenienti dalla vicina Italia. Non esistevano le famose ramine create dagli italiani durante la seconda guerra mondiale che potevano limitarne l’accesso. A fasi alterne è rimasta attiva fino al 1953, salvo l’interruzione durante l’ultimo evento bellico.
Il filone seguiva vari percorsi e purtroppo i costi per l’estrazione superavano il guadagno relativo alla vendita dell’oro estratto. La vita lavorativa era molto pesante per le molte ore che gli operai passavano all’interno della miniera, fino a 12, senza dimenticare che l’aria, sovente, era irrespirabile per i gas che si sprigionavano durante gli scavi e le relative esplosioni.
La miniera è lunga 623 metri ed è costituita da una galleria principale lunga 346 metri e da una serie di gallerie minori e la si può visitare in circa 60 minuti.
Diversi sono i progetti che verranno sviluppati per rendere più attrattiva la visita di questa miniera: tavole didattiche, info point e accoglienza del visitatore con guide di accompagnamento alla sua visita.
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