L’ultima tappa dell’attività di controllo della polizia di frontiera di Luino è stata bruciata nei giorni scorsi con l’arresto di due cittadini svizzeri con in tasca un coltello a farfalla, soldi e droga.

Le manette ai polsi di L.A., classe 1978 e P.D., 1969 sono scattate a Brusimpiano lungo la linea di confine.

Gli agenti avevano notato difatti un’auto con targa ticinese con a bordo due persone e a seguito del controllo di polizia il conducente è risultato sprovvisto di carta d’identità e di patente in quanto revocata per guida sotto l’effetto di stupefacenti.

Sono poi state trovate alcune dosi di cocaina che uno dei due asseriva fosse per uso personale. Ma ad un approfondito e successivo controllo sono saltati fuori 52 grammi di cocaina oltre ad un bilancino di precisione e un coltello a farfalla. I due sono finiti ai Miogni.

L’INCHIESTA – Queste due pedine rientrano nella rete tesa dagli agenti della polizia di frontiera di Luino che circa un mese fa arrestarono otto persone, sei marocchini e due italiani, accusati di detenzione e spaccio di sostane stupefacenti nei boschi fra Valmarchirolo e Luinese che ha messo in evidenza un sistema di spaccio ben conosciuto soprattutto nei frequentatissimi “boschi della droga” di Rogoredo o delle Groane: entri fra le sentinelle, paghi, poi prendi la roba ed esci.
Un contesto di degrado di cui persino i residenti di alcuni paesi si erano accorti da tempo e che con ironia avevano esposto cartelli piuttosto eloquenti («Spaccio eroina»).

Anche i Carabinieri sul fronte della Valcuvia e delle zone fra Brinzio e Castello Cabiaglio la scorsa primavera strinsero il cerchio su zone di spaccio consolidate. Anche in questo caso fu decisivo l’apporto informativo dei residenti che si accorsero di auto parcheggiate sul ciglio della strada ad ore improbabili e fuori dai periodi in cui si muovono cercatori di funghi e castagne: chi arrivava fin lì cercava ad ogni ora del giorno e spesso della notte, ben altro svago.