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Non rispetta la quarantena: rischia 5 mila franchi di multa

Intanto l’economia ticinese inizia a fare i conti col virus

Non rispetta i 10 giorni di quarantena imposti a chi rientra da una vacanza all’estero, viene denunciato e rischia 5 mila franchi di multa. Sono una decina i ticinesi segnalati sui quali l’Ufficio federale della sanità pubblica sta indagando su un totale di 311 in quarantena. I dati sono aggiornati a lunedì 10 agosto: 40 entrati in contatto con contagiati, 271 a titolo precauzionale al rientro da una vacanza all’estero. Coi due nuovi contagi di ieri (martedì 11) salgono a 3460 contagiati dall’inizio della pandemia in Canton Ticino. Dal 12 giugno non si registrano decessi da Covid 19.

L’economia ticinese, intanto, inizia a fare i conti col virus. Il settore alberghiero prevede una contrazione del 25% dei pernottamenti. Mentre il settore della vendita, nel Bellinzonese e nel Locarnese, registra un buon andamento negli incassi. I ticinesi che rinunciano alle vacanze, e gli svizzeri degli altri cantoni che soggiornano in Ticino, stanno approfittando della stagione dei saldi.

Sul piano politico, intanto, è polemica tra il consigliere di stato Christian Vitta del Partito liberale radicale ticinese (Dipartimento Finanze ed Economia), l’Udc e la Lega dei Ticinesi. Al primo, che in un’intervista rilasciata ad un settimanale della domenica, non escludeva un inasprimento del coefficiente fiscale per evitare il disseto da Covid al bilancio del Cantone, dopo anni di rientro dal disavanzo pregresso, hanno replicato a muro duro i due partiti di destra. Politicamente più pedante la presa di posizione della Lega, partito di maggioranza relativa in seno al Consiglio di stato con due ministri su 5: “È inaccettabile mettere ulteriormente le mani nelle tasche dei cittadini. Il Cantone deve semmai cominciare a risparmiare, stabilendo priorità nella spesa pubblica”.

Nel mirino dei leghisti ticinesi la richiesta di credito di mezzo miliardo di franchi svizzeri destinati alla cassa pensioni dei dipendenti statali e la rescissione unilaterale della convenzione sui frontalieri del 1974 negli articoli relativi all’obbligo di versamento all’Italia dei ristorni fiscali prelevati in busta paga da destinare ai comuni di residenza. Opzione giudicata possibile dall’Università di Lucerna cui il Consiglio di stato aveva chiesto un parere.

Pubblicato il 17 Agosto 2020
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