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Locarno, riparte la battaglia per potenziare l’aeroporto

L'operazione genererebbe 193 posti di lavoro per la mano d’opera locale e i nuovi insediamenti porterebbero il valore immobiliare dell’area a 100 milioni di franchi

L’Associazione locarnese e bellinzonese per l’aeroporto (Alba) torna a chiedere l’allungamento della pista di 150 metri in direzione di Bellinzona. Nei gioni scorsi ha presentato, ai media d’oltreconfine, uno studio sulle ricadute economiche dell’operazione. Il potenziamento dello scalo genererebbe 193 posti di lavoro, tutta mano d’opera locale non frontalieri, consentirebbe l’insediamento di 15 aziende per un fatturato di 18,4 milioni di franchi, stipendi per 10,5. Lo scalo diventerebbe la base di 124 aerei del valore complessivo di 27 milioni. I nuovi insediamenti porterebbero il valore immobiliare dell’area a 100 milioni di franchi.

“Ora la parola passa alla politica”, hanno dichiarato i promotori: “Un eventuale disimpegno del Cantone rischierebbe di mandare all’aria e precludere la concretizzazione dei progetti dei promotori privati. La presentazione pubblica dello studio è un modo di premere sul Consiglio di stato e sul Gran Consiglio affinchè prendano posizione. I progetti dell’Alba sono osteggiati dagli ambientalisti ticinesi, preoccupati per l’impatto sull’area protetta delle Bolle di Magadino, un’ara d’eccellenza per la riproduzione delle Bolle di Magadino, interessata nei primi anni 2000 ad un progetto Interreg in partnership con la Riserva naturale speciale di Fondotoce.

Nelle scorse settimane, Alba, aveva commentato negativamente il messaggio sulla concessione del contributo alle Bolle. Non per l’ammontare della cifra erogata ma per il riconoscimento del ruolo strategico della zona umida protetta nella salvaguardia del territorio. Un riconoscimento interpretato dai promotori del potenziamento dell’aeroporto come una sorta di assegnazione alla Bolle del ruolo di “regista” nella programmazione territoriale.

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Pubblicato il 23 Novembre 2020
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