Borghi: ’’La vicenda dell’App Immuni pone una serie di rilievi di natura giuridica, politica ed etica”
I dubbi arriveranno all'esame del Comitato parlamentare per la sicurezza
‘’La vicenda dell’App Immuni pone una serie di rilievi di natura giuridica, politica ed etica. Sottoscrivo integralmente le dichiarazioni del mio capogruppo Graziano Delrio e della collega – e responsabile PA del Partito democratico, Marianna Madia’’. Così parla Enrico Borghi riferendosi alla App di tracciamento che si intenderebbe introdurre in Italia. Soluzione che sta suscitando una certa apprensione. Argomenti di cui Borghi si sia interessando anche come componente del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza.
‘’Il caso ‘Cambridge Analytica’, ovvero lo scandalo connesso con la gestione dei dati impiegata da società provate per influenzare diverse campagne elettorali in momenti chiave della Storia recente come le elezioni americane del 2016 e il referendum inglese sulla Brexit del 2017, ci insegna che dobbiamo prestare attenzione su questi versanti’’ aggiunge Borghi.
‘’Sulla rete – spiega – si muovono realtà molteplici (stakeholders, società private, entità statuali, cyber criminali) che possono interagire, contaminare o male utilizzare la mole di informazioni (sotto forma di Big Data) che sono rese disponibili da questo genere di tecnologia. Per questo dovremo essere molto attenti ad evitare che i dati raccolti non siano intercettabili o men che meno utilizzabili all’estero, situazione che ci esporrebbe a rischi’’.
Alla prossima riunione il Copasir ne discuterà, approfondendo il tema della App Immuni, della struttura societaria che la supporta e delle modalità con le quali si pensa di renderla operativa con l’occhio alla garanzie della libertà dei cittadini e della sicurezza della Repubblica Italiana.
‘’Ringrazio il presidente del Copasir, Raffaele Volpi, per aver prontamente accolto l’istanza ed aver inserito il tema all’ordine del giorno’’.
Un argomento ai quale proprio martedì i giornali dedicano pagine intere. Ad esempio, Fabio Martini, su La Stampa, parla di rischio che i dati degli italiani finiscano nella mani straniere. Un articolo approfondito su ‘’un sistema a scatole cinesi in salva svizzera’’ scrive. Dicendo che la società alla quale è stato affidato l’incarico di sviluppare l’app è la Bending Spoonsm finanziata anche dai cinesi e sviluppata da ricercatori svizzeri. Citando anche società che nel loro azionariato hanno nomi noti dell’imprenditoria italiana e il fondo Nuo Capital, che investe in Italia con capitali cinesi.
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