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Aspettando Letteraltura, domenica il primo appuntamento con lo scrittore Hans Tuzzi

In programma una conversazione sul libro “Nessuno rivede Itaca” con lo scrittore Hans Tuzzi

Torna Letteraltura, “Fuoco e calore, nei viaggi e nel cuore” il tema della XIV edizione. Da domenica 23 agosto si susseguiranno una serie di eventi per introdurre il Festival letterario vero e proprio, che si svolgerà dal 24 al 27 settembre. Il primo appuntamento di Aspettando Letteraltura è l’incontro con Hans Tuzzi, alle ore 18, in piazza Giuseppe Garibaldi a Pallanza. In programma una conversazione sul libro Nessuno rivede Itaca.

Hans Tuzzi, personaggio del romanzo L’uomo senza qualità di Robert Musil, è lo pseudonimo di  Adriano Bon, scrittore e saggista, consulente editoriale e docente universitario. È apprezzato autore, oltre che di saggi sulla storia del libro e del romanzo Vanagloria (2012), dei celebri gialli ambientati a Milano che hanno come protagonista il commissario Melis.

Il libro
Un musicista sciupafemmine, Tommaso, nato nel 1966, riceve, poco dopo il suo cinquantesimo compleanno, un lascito composto da una scatola di foto e cartoline e da una chiavetta da pc con un lungo messaggio di uno scrittore nato nel 1936 e morto tragicamente da poco: Massimo. Amico dei genitori di Tommaso, Massimo segnò alcuni snodi decisivi nella vita del ragazzo, e ora le due voci si intrecciano in un dialogo oltre il tempo e lo spazio dipanandosi, in un continuo slittare fra passato e presente, attraverso i più disparati e inattesi argomenti: come erano organizzati i bordelli per omosessuali a Venezia al tempo di Proust? Come musicare un idillio di Leopardi? Esistono case o luoghi «abitati» da spettri? Perché l’uomo ha un solo pene, mentre il primo lucertolone che incontri può offrire alla sua lucertola la scelta fra più peni diversi per forma e colore? Un contrappunto, quello tra Massimo e Tommaso, che spazia tra gli anni Sessanta della falsa euforia delle feste in Costa Azzurra e della Roma della Dolce Vita, sino a una opaca Venezia invasa dal turismo di massa, fra discussioni sull’arte, prestazioni di cavalli da corsa e raggelanti ricordi delle atrocità della guerra. Una meditazione, anche, su questa nostra attuale Europa, sul nostro tempo, che rende difficile sperimentare l’altrove perché tutto è simile a tutto, è in vendita e a portata di mano.

Per la seconda volta, dopo l’esordio con Vanagloria (2012), Tuzzi abbandona le vesti del giallista per una narrazione fuori dal genere, con una riflessione profonda su che cosa significhi vivere, su che cosa si è amato, su ciò che non ritornerà. Itaca è la giovinezza, appunto, che nessuno rivedrà più.

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Pubblicato il 19 Agosto 2020
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