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Kapannone dei libri, le “istruzioni per l’uso”

C'è molta curiosità intorno all'edificio, una ex fabbrica di elettrodomestici, diventato il "distaccamento" della Kasa, la casa museo di Andrea Kerbaker dedicata ai libri e alla cultura

Kapannone Kerbaker Angera

Se esistesse uno spirito dei libri, probabilmente, in questi giorni se ne potrebbe avvertire la presenza sulle rive del lago Maggiore. Ad Angera, dove il bibliofilo Andrea Kerbaker, fondatore della Kasa dei Libri di Milano, ha recentemente inaugurato il suo “Kapannone“, c’è molta curiosità intorno alla nuova vita di quella vecchia fabbrica in Via Verdi trasformata nel periodo più complesso della storia recente, in un moderno regno della lettura. In molti, da Milano e dai comuni della zona, hanno voluto approfittare della prima giornata di apertura al pubblico per respirare l’aria di questo nuovo spazio dedicato alla cultura “da condividere”

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Kapannone dei libri di Angera 4 di 10

Come si potrà accedere al Kapannone? Che libri è possibile trovare e da chi ci si potrà far guidare tra gli scaffali che conservano titoli – si parla di circa quindicimila volumi – di ogni genere e tema?
«Innanzi tutto occorrerà avere ancora un po’ di pazienza – spiega Chiara Cecchi, del team della Kasa dei Libri, la casa museo nel quartiere Isola a Milano, da cui nasce questo “distaccamento” – stiamo osservando l’evolversi della situazione sanitaria e stiamo valutando come muoverci nei prossimi mesi. Il consiglio è quello di iscriversi alla newsletter della Kasa per seguire tutti gli aggiornamenti sulle nostre attività».

È già possibile visitare il Kapannone?
«In questo momento non possiamo ancora dare delle indicazioni precise. Stiamo ancora lavorando perché lo spazio subirà alcune aggiunte nella collezione e, così come la Kasa dei libri, anche il Kapannone è tutto in divenire. Nei prossimi mesi organizzeremo sicuramente dei nuovi momenti di ingresso per il pubblico. In primavera ci auguriamo di poter aprire con una cadenza precisa e organizzare appuntamenti specifici. Per il momento però questo luogo rimarrà chiuso al pubblico».

I libri sono solo in consultazione?
«Sì perché la logica di questo luogo è diversa da quella classica di una biblioteca. Tutti i libri presenti potranno essere consultati ma non si seguono i criteri del prestito bibliotecario. Il fine di questo posto è quello di entrare a “curiosare” lasciandosi guidare proprio dai libri presenti, proprio per questo sono stati allestiti degli spazi per leggere e sfogliare i vari volumi”.

C’è un archivio dove è possibile trovare i libri disponibili?
«Tutti i volumi sono catalogati ma non c’è un archivio online. Si potranno però fare delle richieste specifiche, ma naturalmente l’invito resta sempre quello di entrare e lasciarsi ispirare dal luogo e dai volumi che ospitiamo».

Al Kapannone di Angera sarà possibile incontrare Andrea Kerbaker? Ci sarà qualcuno del vostro team che offrirà spunti e consigli?
«Sì, in sede ci sarà sempre qualcuno che guiderà gli ospiti nello spazio e che potrà dare indicazioni. Ma è anche data mmassima libertà di girare in autonomia secondo la propria curiosità e i propri interessi. Quando verranno invece organizzati degli appuntamenti pubblici, ci sarà anche Kerbaker».

Premesso che ogni libro ha un valore soggettivo e ognuno potenzialmente può essere un “tesoro”, quali sono i testi più preziosi che ospitate in questa raccolta?
«Colonne specifiche sono dedicate ai giganti del Novecento, secondo l’insindacabile gusto di Kerbaker: Pablo Picasso, Joan Miró, Henri Matisse, Salvador Dalí e Giorgio de Chirico, ciascuna con titoli di rarità assoluta. Una sezione è dedicata alle edizioni bancarie (introdotte da uno storico catalogo, La Banca e il Libro, con una spettacolare prefazione di Umberto Eco), altre due presentano i libri di Franco Maria Ricci e quelli della prima Skira, dagli anni Trenta al 1970. Ci sono poi le collezioni di riviste del secondo Novecento, spesso complete, alcune delle quali oggi totalmente introvabili (La Critica, mitica rivista di Benedetto Croce, le cinque serie di Nuovi Argomenti, fondata da Alberto Moravia e diretta nel tempo anche da Pier Paolo Pasolini e Leonardo Sciascia, Paragone, rivista di arte e letteratura fondata da Roberto Longhi e Anna Banti, Belfagor, forse la più stimolante testata accademica mai pubblicata in Italia)».

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Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it
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Pubblicato il 08 Settembre 2020
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