Un lago tanti confini, cosa succede al Verbano con il passaggio in “zona gialla”
Due confini regionali, tre provinciali e una frontiera. In tempi di lockdown, un territorio fisicamente unico e connesso deve fare i conti con i limiti amministrativi
Un territorio vasto, per molti aspetti simile, ma diviso tra province e regioni diverse.
Il Lago Maggiore, come tutte le zone di confine, in queste settimane ha visto sospesi alcuni dei collegamenti che nella normalità sono naturali. Per esempio Angera e Arona sono distanti solamente cinque minuti di battello, ma da una sponda all’altra dal punto di vista amministrativo cambiano molte cose: si passa dal Varesotto al Novarese, dalla Lombardia al Piemonte e viceversa. In periodi di lockdown “severo” il confine al centro del Verbano, ha rappresentato un vero e proprio limite fisico salvo naturalmente per tutte le eccezioni agli spostamenti che abbiamo imparato a conoscere.
Da domenica la situazione tornerà a una lenta e ancora molto limitata normalità. Il passaggio di Lombardia e Piemonte in zona gialla consentirà di riprendere a spostarsi con più libertà (LEGGI QUI PER VEDERE COSA CAMBIA) almeno fino alle feste, per le quali attendiamo di capire meglio cosa succederà.
Per quanto riguarda la navigazione sul lago restano valide naturalmente le misure anticontagio ma si potrà riprendere a muoversi da una sponda all’altra senza dover giustificare le ragioni.
Nella zona del Basso Verbano, il confine è rappresentato dal ponte tra Sesto Calende e Castelletto Ticino dove dal Lago Maggiore nasce il fiume. Da domenica si potrà tornare a ripercorrere liberamente il Sempione anche in questa zona, dove le connessioni tra i territori riguardano moltissimi ambiti, dall’economia al lavoro, dagli affetti al tempo libero. LEGGI QUI
Meno semplici sono invece le dinamiche di confine nell’area più a Nord. Dal 13 dicembre nonostante il passaggio di Lombardia e Piemonte alla zona gialla non sono state per il momento confermate ulteriori facilitazioni per l’ingresso in Svizzera, in attesa che venga pubblicato il decreto. In teoria la libertà di spostamento potrebbe riguardare anche l’ingresso in Svizzera, ma potrebbero essere applicate misure al rientro, come la richiesta di un tampone negativo fatto nelle 48 ore recedenti o in alternativa, l’impegno alla quarantena fiduciaria, previa comunicazione ad Ats e possibilità di verifica da parte degli organi di polizia. Da lunedì, 14 dicembre la Svizzera prevede l’obbligo di quarantena di 10 giorni per chi proviene da Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto. PER SAPERNE DI PIU’
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