Al Kapannone di Angera la rarissima mostra “Il Dante di Dalì”
Il 14 maggio arriva la speciale edizione della "Commedia" illustrata dal celebre pittore del Novecento. 100 tavole originali, una per canto, un vero e proprio percorso attraverso la più importante opera della letteratura italiana attraverso gli occhi e il tratto surrealista di Dalì
“Ogni promessa è debito. Quando ad Angera a settembre è stato inaugurato il Kapannone dei Libri avevamo promesso di organizzare al più presto una serie di iniziative in grado di attirare il pubblico interessato alla cultura della larga area limitrofa. Abbiamo dovuto attendere un po’ più del previsto, per via delle varie zone rosse e arancioni, ma ora, superata la fase più acuta delle emergenze, siamo finalmente in grado di partire in sicurezza”.
Sono queste le parole con cui Andrea Kerbaker ha annunciato la prima delle mostre in programma al Kapannone dei Libri di Angera, un nuovo spazio culturale di grande respiro per l’area del basso Lago Maggiore. Ed è sicuramente una partenza importante, nel nome di Dante, di cui – come noto – quest’anno si celebra il 700° anniversario. E, in linea con la vocazione allegra, libertaria e non noiosa dello spazio, l’apertura non è caratterizzata da conferenze colte, ma da una mostra immediata tutta da vedere: un’esposizione che dà la possibilità di rileggere la Divina Commedia – l’opera poetica per antonomasia della nostra letteratura – attraverso gli occhi del maestro surrealista Salvador Dalí, tra i più grandi pittori del ‘900.
“Il Dante di Dalì” espone infatti un capolavoro dell’edizione illustrata del Novecento, tirato in pochissime copie, che il pubblico ha ben raramente l’occasione di conoscere. Si tratta delle 100 tavole originali, una per canto, realizzate dall’artista spagnolo per illustrare la Commedia, un vero e proprio percorso dove si può cogliere lo sforzo interpretativo di uno dei più grandi artisti del ‘900 a confronto con uno dei grandi classici europei.
Il risultato è senza dubbio straordinario, frutto di un lavoro più che decennale. Le tavole erano state infatti commissionate dallo Stato italiano a Dalí nei primi anni ’50, con l’avvicinarsi del 700° anniversario della nascita del poeta (1965). Con il procedere del lavoro e il passare degli anni, però, la decisione aveva suscitato polemiche, sia per i costi che per la scelta di un artista straniero, fino alla revoca del contratto al primo cambio di governo. Rientrato in possesso delle immagini, Dalí continuò a lavorarci per gli anni successivi, fino alla pubblicazione definitiva presso l’editore Salani di Firenze per la ricorrenza dantesca del 1965: sei voluminosi tomi, due per ogni cantica, in tiratura limitata, dove le 100 litografie di Dalí intervallano il testo della Società Dantesca Italiana.
«A distanza di mezzo secolo, rivedere le tavole esposte al Kapannone permette di ritrovare tutta la forza originaria di quelle immagini, attraverso la personalissima visione di Dalí – concludono gli organizzatori della mostra – Il cammino di Dante è seguito passo passo; e ognuno è filtrato attraverso l’inconfondibile fantasia dell’artista, riconoscibilissimo nei tratti dominanti della sua pittura: scorci acrobatici, aspetti visionari, tonalità dominanti che accompagnano il progredire di Dante nelle tre cantiche. Un percorso di ascesa visiva che ha lo stesso valore di quello delle parole dantesche. In questo modo Dalí conduce chi guarda direttamente all’inferno dantesco, corpi trasfigurati dalle pene e colori infiammati dal fuoco infernale, ammorbidendo poi gradualmente il tratto e i toni cromatici tra purgatorio e paradiso. Lo stesso percorso che dal 14 di maggio sarà disponibile per il pubblico».
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