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Dante attraverso gli occhi di Dalì: al Kapannone di Angera la rara mostra apre al pubblico

La “biblioteca open space” messa a disposizione da Andrea Kerbaker apre le porte e ospita uno dei più prestigiosi omaggi a Dante. Cento meravigliose tavole realizzate dal maestro surrealista tra Inferno, Purgatorio e Paradiso

Il Dante di Dalì al Kapannone di Angera

«Per me si va nella città dolente». Inferno, Canto III. Inizia così, con la celebre scritta incisa alla Porta dell’Inferno, il viaggio di Dante attraverso i Tre Regni dell’Oltretomba. Inizia così, nell’anno che segna il settimo centenario dalla morte, anche uno dei più suggestivi viaggi alla riscoperta del Sommo Poeta: “Il Dante di Dalì”, la mostra disponibile al pubblico da oggi, venerdì 14 maggio, al Kapannone dei Libri di Angera,  lo spazio culturale considerato dagli amanti di arte, cinema e letteratura un vero e proprio “paradiso” in terra.

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Il Dante di Dalì al Kapannone di Angera 4 di 12

Immersa tra il verde del Basso Verbano e la periferia industriale angerese, la gigantesca biblioteca “open space” del Kapannone nata dalla generosità del bibliofilo Andrea Kerbaker è un luogo di incontro e di scambio, un piccolo tempio (post)moderno. Come la Tate Modern di Londra il Kapannone è ospitato all’interno di una ex fabbrica riconvertita, dove la “Torre dell’Orologio” scandisce un tempo tutto suo e passato, presente e futuro si mescolano per dare vita a qualcosa di nuovo abbattendo le barriere spazio-temporali. D’altronde all’interno dello stabile di via Verdi basta voltarsi tra un prezioso Adelphi e un Corallo dell’Einaudi per passare in un istante dai più celebri saggi su Van Gogh a interi cataloghi di cinema internazionale o riviste in tedesco ed in inglese. Come, dunque, festeggiare il più importante autore della letteratura italiano se non con una speciale (e rarissima) mostra di cento tavole dedicate alla Divina Commedia realizzate dal più prestigioso pittore surrealista, Salvador Dalì?

Il Dante di Dalì al Kapannone di Angera - entrata

A cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60, in occasione del settecentesimo anniversario dalla nascita di Dante del 1965, lo Stato commissionò infatti al maestro spagnolo un lavoro per rendere omaggio al “padre della lingua italiana”. Un’opportunità di “reinterpretare Dante” che Dalì non si fece sfuggire, anche se naturalmente non mancarono le polemiche a causa dei costi dell’opera e per la scelta di un artista straniero.

«Al primo cambio di governo venne definitivamente revocato l’incarico a Dalì, che tuttavia rientrò in possesso delle tavole per poi pubblicare, grazie alla casa editrice Salani, un’opera suddivisa in sei tomi, due per ogni cantica, in tiratura limitata, dove le cento litografie intervallano il testo della Commedia» spiega il “padrone di Kasa” Andrea Kerbaker all’anteprima della mostra di ieri, giovedì 13 maggio, in presenza del sindaco di Angera Alessandro Paladini Molgora e Francesca Brianza, la vicepresidentessa del consiglio regionale.

Paesaggi desolati, diavoli deformati e angeli dal volto malinconico: ogni acquarello di Dalì ripercorre a modo suo il viaggio ultraterreno di Dante, pur consapevole del registro e dello stile che il poeta aveva riservato per ogni cantica. Per questo motivo anche la mostra si suddivide in tre zone/aree – Inferno, Purgatorio e Paradiso – ed è allestita su due piani ricalcando il viaggio di Dante canto per canto, dalla Salva Oscura fino all’Empireo, simbolicamente posizionato al piano superiore del Kapannone.

Il “Dante di Dalì” diventa così un percorso e un’esperienza singolare, fatto di talento, paura, fede e misticismo:  al centro del Kapannone è possibile ritrovare i preziosi libri della Salani, mentre lungo i corridoi dell’ex fabbrica sono esposte le riproduzioni, risalenti agli anni Sessanta, delle cento tavole realizzate da Dalì nell’arco di dieci anni: un lavoro estremamente personale in cui emerge anche l’insospettabile religiosità di Dalì, ma sempre nel pieno rispetto di Dante, con il pittore che scelse di non rappresentare alcuni dei passi più famosi della tre cantiche -mancano personaggi celebri come Paolo e Francesca o Ulisse – preferendo invece donare il proprio tocco surrealista ad altri episodi che maggiormente lo avevano colpito leggendo le terzine dantesche, come Vanni Fucci, i sodomiti, l’albero del Castigo o l’Arcangelo Gabriele.

«Il Kapannone di Angera rappresenta per il territorio un luogo prezioso, diverso e funzionale» ha sottolineato la vicepresidentessa del Consiglio Regionale Francesca Brianza, prima di essere accompagnata dal “Virgilio Kerbaker” lungo la mostra: «Siamo orgogliosi che uno degli eventi più prestigiosi legati a Dante sarà esposto nella sede di Regione Lombardia, a Palazzo Pirelli, a partite dal 13 settembre». (Ad Angera la mostra rimarrà disponibile fino al 25 giugno)

«Un onore e un lustro poter ospitare ad Angera un’iniziativa unica nel suo genere – ha aggiunto il primo cittadino Molgora -. Ci sono molte idee per il futuro che speriamo di mettere in campo in collaborazione con il Kapannone».

Dante di Dalì - inaugurazione mostra

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Marco Tresca
marco.cippio.tresca@gmail.com
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Pubblicato il 14 Maggio 2021
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