Al Maggiore di Verbania l’estate continua con “I monologhi della vagina”
Cinque artiste per un grande classico del teatro, regia di Emanuela Giordano
Dopo il grande successo registrato dai primi spettacoli, continua l’ESTATE CULTURALE del CENTRO EVENTI IL MAGGIORE che, dopo quasi un anno di chiusura, è pronto a “riaprirsi alla vita” e riaccendere i riflettori sul meglio della prosa, della musica, dell’opera, della danza e una serie di appuntamenti dedicati al 700° anniversario della morte di Dante Alighieri.
Il terzo appuntamento della stagione è per GIOVEDÌ 17 GIUGNO (ore 21.00 – sala teatrale) con ROBERTA LIDIA DE STEFANO, ALESSANDRA FAIELLA, SILVIA GIULIA MENDOLA, MARINA ROCCO, LUCIA VASINI e il pluripremiato spettacolo I MONOLOGHI DELLA VAGINA, con la regia di EMANUELA GIORDANO (produzione Teatro Franco Parenti, traduzione italiana del testo di Monica Capuani).
Cosa sono e come nascono i Monologhi della Vagina? Ripercorriamo brevemente la storia di questo successo planetario.
Il testo nasce da duecento interviste che Eve Ensler realizza con donne di età, etnie, professioni e classi sociali diverse. Dopo cinque anni di ricerche, di scrittura, di letture in spazi off, di premi prestigiosi e di sold out, il 5 febbraio del 2001, Jane Fonda, Alanis Morisette, Glenn Close e molte altre artiste dello stesso calibro, salgono sul palco del Madison Square Garden per celebrare il primo grande V-Day.
Aderiscono attrici, cantanti ed intellettuali di tutto il mondo. Il V-Day si replica ovunque. Con gli incassi vengono finanziati importanti iniziative contro la violenza sulle donne. Anche l’Italia partecipa al progetto.
Sempre nel 2001, con il Patrocinio dei Beni Culturali e del Ministero delle Pari Opportunità, in tutti i maggiori teatri Italiani, si moltiplicano i V-Day e si replicano i Monologhi della vagina con l’adesione di decine di artiste.
La traduzione del testo è di Monica Capuani, la regia di Emanuela Giordano.
Sono passati vent’anni ma ancora oggi i Monologhi della Vagina rappresentano un felice esempio di intelligenza, di ironia e di denuncia. Ha senso riproporli nel 2021? Certamente sì, perché sessualità, dignità e rispetto della donna sono temi più che mai attuali.
Lo spettacolo è corale, le attrici si dispongono all’ascolto e alla partecipazione di ogni storia, sono racconti veri, alcuni esilaranti, altri terribili, perché evocano l’inaudita e barbara violenza che si compie sul corpo femminile.
La donna parla di sé attraverso il suo organo genitale e lo fa senza enfasi, senza vittimismo, con orgoglio ed eleganza.
In un’estate in cui ci dedicheremo prevalentemente al turismo in Italia, gli appuntamenti proposti da Il Maggiore di Verbania si arricchiscono così di ulteriore valore: non solo il consentire di tornare, finalmente, alle attività che più ci sono mancate in questi mesi, ma anche il permettere di scoprire e riscoprire, proprio grazie alla cultura, a visitatori e viaggiatori provenienti da tutta Italia, le meraviglie del territorio del Verbano.
Questo l’ultimo spettacolo del mese di giugno, solo una parte di un ricchissimo cartellone in grado di dare vita a una stagione che, dopo mesi di chiusura, permetterà di ritrovarsi in platea, tornando a condividere emozioni assistendo fisicamente agli spettacoli nel pieno rispetto delle normative attualmente in vigore.
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