Le opposizioni di Sesto Calende sul futuro del mercato: “Referendum sparito nel nulla”
Nel maggio 2020 i banchi del mercato furono spostati dal centro in Viale Lombardia a causa della pandemia. “Una posizione non definitiva” - spiegò l’amministrazione annunciando una consulta popolare per scegliere tra le due location
“Che fine ha fatto il referendum sul mercato di Sesto Calende?”. Insieme per Sesto e Sesto2030, le due voci d’opposizione nel consiglio comunale, s’interrogano sul futuro del mercato, il tema, insieme alla Nuova Marna, senza dubbio più caldo negli ultimi due anni nella città sulle sponde del Ticino.
Per poter garantire il rispetto delle normative anti-covid, nel maggio 2020 i banchi dei mercatanti furono infatti spostati dal centro storico in Viale Lombardia. Una soluzione “non definitiva” ha spiegato in più occasioni l’assessore e vicesindaco Edoardo Favaron, con la scelta definitiva sulla posizione del mercato che sarebbe stata presa tramite consulta popolare.
Da allora si è discusso molto, soprattutto nella seconda metà del 2020, sulla “location” del mercato tra gli ambulanti, in consiglio comunale e nei numerosi articoli pubblicati nel corso degli ultimi 18 mesi, tra proteste dei banchi, indagini delle opposizioni su quale delle due posizioni fosse la migliore, dichiarazioni dei sindacati, interpellanze e mozioni, finite talvolta anche in accese discussioni tra consiglieri comunali.
«L’attuale posizione del mercato non è un dispetto nei confronti di nessuno» aveva dichiarato a marzo 2021 la maggioranza sestese, annunciando che i tempi per il referendum sarebbe slittati a causa dell’emergenza ancora in corso.
Insieme per Sesto: “Referendum sparito nel nulla”
«Un referendum sparito nel nulla» commenta Insieme per Sesto, che nel prossimo consiglio comunale presenterà un’interpellanza preoccupato dalle tempistiche assunte della faccenda e per tornare ad affrontare il “trasporto dei pensionati dalle frazioni che risulta sospeso”.
Prosegue lo storico gruppo civico di centrosinistra: «Nel corso di ben due consigli comunali e anche alla fine dell’ultimo di settembre il vicesindaco Favaron aveva promesso alle minoranze, che chiedevano lumi sul futuro del mercato cittadino, di indire a ottobre una consultazione popolare per chiedere ai sestesi quale locazione preferissero: se il ritorno del mercato in centro, adeguatamente organizzato in sicurezza, o la permanenza in via Lombardia, dove è stato spostato per emergenza Covid. Siamo arrivati a novembre e del referendum neanche l’ombra e nemmeno dei due progetti alternativi».
Sesto2030: “Il silenzio non può essere la risoluzione al problema”
«Di mercato però non se ne parla più e ancor meno di una data dell’eventuale referendum» aggiunge l’altro gruppo all’opposizione, Sesto2030, che più volte in passato ha definito “un limbo” l’interregno del mercato.
«L’impressione è che l’amministrazione, non parlando più della questione mercato, speri che la situazione si assesti naturalmente contando sulla “nuova abitudine” degli utenti e dei mercanti – accusa il gruppo rappresentato da Simone Danzo e Alessandra Malini – Avevamo già espresso timori e criticità rispetto all’utilizzo dello strumento referendario per una questione simile e tanto delicata, vista la mancanza di un elemento che possa bilanciare i pesi in gioco tra le varie categorie toccate dalla scelta dell’ubicazione definitiva».
La “medicina” proposta da Sesto2030 coinciderebbe con la parola “progettualità”: «La fine del 2021 è ormai imminente ma la possibilità di costruire un piano di progetto, rimodulando le tempistiche, è ancora possibile. Avevamo proposto anche una “road-map” composta da 7 punti da raggiungere entro la fine del 2021, in questa tabella di marcia chiedevamo l’istituzione di tavoli di confronto tra le parti interessate, la mitigazione dei problemi emersi nella location provvisoria, la creazione dei progetti di massima sia per il centro che per Via Lombardia, la presentazione pubblica di entrambi i progetti e, solo dopo questi punti, il referendum per dare voce alla cittadinanza»
«È arrivata l’ora – conclude Sesto2030 – che l’Amministrazione inizi a dare elementi concreti a tutti i cittadini, oltre a presentare un calendario che possa dare tempi certi, per arrivare consapevoli alla scelta definitiva. Qualsiasi decisione in merito deve essere presa sapendo che il mercato di Sesto Calende è la memoria della Città stessa attraverso la Storia. Mettere a rischio un pezzo tanto importante della storia della nostra Città, facendolo cadere nell’oblio, significa non avere il coraggio di costruire il futuro preservando il passato. Il silenzio, la rassegnazione per mancanza di alternative, l’immobilismo, non possono essere considerate le soluzioni al problema».
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