Sesto Calende e Anfibi Basso Verbano insieme in difesa di rospi e rane
Dall'amministrazione comunale un "nuovo impulso" per supportare l'associazione amica dei rospi sul Ticino. Presenti all'incontro tanti adolescenti, un "passaggio di testimone" in ricordo di Beppe Balzarini, storico ambientalista sestese scomparso a fine 2021
A Sesto Calende l’amministrazione comunale e l’associazione Anfibi Basso Verbano uniscono le forze nel segno della salvaguardia dell’ambiente. Ieri sera, venerdì 21 gennaio, è stato presentato il progetto “AnfiBioVerbano”: una serie di iniziative, pratiche ed educative, che le due realtà realizzeranno in sinergia per la tutela degli anfibi, in particolare durante il delicato periodo della riproduzione dei rospi e delle rane. Tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera gli anfibi migrano infatti verso ambienti acquatici come gli stagni per deporre le uova, esponendosi così al pericolo dell’attraversamento stradale.
L’incontro pubblico si è tenuto in modalità ibrida, in presenza nella sala consiliare del municipio sestese e in collegamento streaming – un po’ come gli stessi anfibi, che, come sottolineato anche dall’etimologia del termine (anfi-bios), vivono in un duplice ambiente: terreste e acquatico.
«La presenza questa sera di numerosi ragazzi è già un importante traguardo. I volontari sono fondamentali e sono i protagonisti di un’impresa straordinaria» ha commentato l’assessore all’ambiente Jole Capriglia Sesia, moderatrice dell’incontro, riferendosi al posizionamento di circa 800 metri di barriere nei boschi tra Lentate e Capronno e, a partire dal 2020, anche nella zona della spiaggia della Melissa di Golasecca.
L’impegno dell’associazione non si è mai fermato nonostante le difficoltà dell’emergenza pandemica ancora in corso. Come illustrato dal naturalista e professore di scienze Milo Manica, da quando l’associazione ha ampliato il proprio raggio di azione a Golasecca il numero di rospi è raddoppiato: dai 2300 del 2019 ai 4800 di quest’anno.
Gli anfibi, “specie ombrello” preziosa per la biodiversità
Ma cosa rende speciali gli anfibi? I rospi e le rane si nutrono di insetti ma al tempo stesso sono prede (ad esempio di rettili); per questo sono considerati “specie ombrello”, ovvero animali la cui protezione porta indirettamente benefici al resto dell’ambiente.
«Questi animali sono un ottimo indicatore del cambiamento climatico, se le popolazioni di anfibi sono in drastico calo, questo deve essere un segnale d’allarme – spiega l’erpetologo Lorenzo Laddaga -. Oggi 30% degli anfibi a livello globale è considerato minacciato. Un numero importante, soprattutto se considerato la loro importanza nella biodiversità».
I fattori di questo dato sono molteplici: dalla perdita di habitat all’inquinamento delle acque e della terraferma, passando per l’intervento umano o l’immissione di animali esotici nel territorio, come nel caso del gambero della Louisiana che si nutre delle larve e dei girini.
«Negli ultimi due anni abbiamo registrato come il numero delle rane rosse sia vistosamente calato, da 246 a 76 secondo i dati da noi raccolti» ha aggiunto Manica. Tra le rane rosse particolarmente importante c’è la rana di Lataste, rarissima specie protetta dalle direttive europee e presente esclusivamente nella Pianura Padana , compresa l’area di Lentate.
Le soluzioni passano dall’educazione nelle scuole e dal coinvolgimento dei cittadini
Con il supporto del Comune adesso l’associazione amica dei rospi vuole fare un ulteriore salto di qualità nella prevenzione degli anfibi. «È facile non accorgersi della ricchezza di un pezzo di territorio come una pozzanghera – spiega il presidente dall’associazione Francesco Lillo -. Agire in difesa di quest’ambienti vuol dire rimboccarsi le maniche, rendersi delle sentinelle. Quando concludiamo il nostro turno di volontariato sappiamo che gli anfibi salvati sono vivi grazie al nostro intervento e che l’anno successivo ci sarà ancora una popolazione di rane e rospi».
Un impegno, quello dell’associazione, che il sindaco di Sesto Giovanni Buzzi promette di supportare, in primis con l’approvazione di un protocollo di intesa in modo da dare un impulso e poter rinforzare i rapporti con enti quali il Parco del Ticino, la Provincia e Regione Lombardia. Il primo cittadino ha parlato di un «progetto ambizioso», in sinergia con tanti attori e in grado di poter coinvolgere i comuni limitrofi come la vicina Golasecca, dove si trova la già citata spiaggia della Melissa.
Oltre a interventi diretti – che possono essere diretti come la creazione di sottopassi – il progetto guarda anche all’educazione e sensibilizzazione nel tessuto sociale. Fondamentale è la creazione di un dialogo con chi vive sul territorio interessato dalle migrazioni dei rospi, così come la presenza cartellonistica e segnaletica, che può essere data, per esempio, dall’utilizzo della “street art”, opere d’arte urbana per valorizzare la strada e al tempo segnalare la presenza dei rospi (vedi foto sotto). Naturalmente, non mancherà il dialogo con le scuole, come già mostrato ieri sera grazie alla professoressa delle medie di Vergiate Daniela Camona, che ha invitato all’incontro i propri alunni, protagonisti di un’esperienza di volontariato lo scorso anno.
«Non mi piacciono i rospi ma in quel momento sapevo che salvandoli stavo aiutando degli esseri viventi» racconta Giona, tredici anni. A lui, il primo dei ragazzi a “rompere il ghiaccio” della timidezza, si sono poi unite le testimonianze di tanti altri ragazzi presenti. Un significativo “passaggio di testimone” verso le nuove generazioni che sicuramente avrebbe apprezzato Beppe Balzarini, storico attivista ambientalista di Sesto Calende scomparso la Vigilia di Natale e ricordato con affetto nella serata di ieri.
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