La Magnesia di Angera si riscopre “casa dell’arte” con l’itinerario tattile di Cosimo Damiano Latorre
Alla Soara l’ex mensa della fabbrica di minerali ha aperto le porte alle esposizioni. Fino al 19 giugno le sculture di ulivo di Cosimo Damiano Latorre, i dipinti di Igi Taibez e le caricature del vignettista Vittorio Grimandi
Arte in mostra alla Magnesia di Angera. Grazie all’intuizione dello scultore del legno Cosimo Damiano Latorre, l’ex imponente fabbrica per l’estrazione e la lavorazione dei minerali – che per quasi cent’anni lungo la Via Varese ha dato lavoro alle famiglie del Basso Verbano – si riconverte, seppur parzialmente, in una piccola casa degli artisti del territorio.
Nato e cresciuto a Matera ma angerese d’azione, Latorre ha fatto di necessità virtù: dopo essere ritornato sulle sponde del Lago Maggiore per la seconda volta –in occasione della prima, nel 1968, l’incontro con la moglie – lo scultore aveva bisogno di un laboratorio di falegnameria per continuare la propria ricerca artistica incentrata sui sensi, in particolare sul tatto.
«Per anni ho lavorato nel mio garage in Basilicata, quando però mi sono trasferito ad Angera non avevo più a disposizione uno spazio simile, così ho chiesto ai proprietari di ciò che rimane dello stabile il permesso per utilizzare la vecchia mensa e le cucine, naturalmente dietro un piccolo affitto – spiega Latorre -. Negli ultimi mesi mi sono messo all’opera per ristrutturare i locali e trasformali in una “sala eventi” che ho nominato “Alla Soara”, il nome utilizzato per indicare l’area dove si trova la Magnesia. Un po’ come per il “Teatro alla Scala” di Milano» chiosa con una battuta.
Lo scorso 4 giugno, dopo mesi di lavoro, l’inaugurazione della prima mostra “alla Soara”: un itinerario tattile e visivo tra sculture di ulivo che rimarrà aperto fino al 19 giugno. Al piano terra della fabbrica l’artista ha allestito un percorso di circa quindici opere da ammirare non gli occhi, bensì con le mani. «Il tatto è un senso che può far scoprire dettagli e sensazioni invisibili agli occhi, può accrescere le capacità di apprendimento e comprensione di ciò che ci circonda».
Per questo motivo, all’ingresso della mostra (gratuito) è consigliato farsi bendare e affidarsi a un senso diverso dalla vista per conoscere e immergersi nelle opere realizzate da Latorre in quasi quarant’anni, installazioni che “toccano” – da una prospettiva differente – temi religiosi e temi sociali, come l’emigrazione o nel caso dell’ultima statua in legno, completata qualche giorno fa, alla vigilia della mostra: il braccio di Iryna Filykina, una delle immagini più scioccanti della guerra in Ucraina.
«L’itinerario tattile è un momento culturale per avvicinare il visitatore al tema della diversabilità da vivere non come fatto eccezionale ma come uno dei tanti normali percorsi della vita umana – sottolinea Latorre – Il mio intento è quello di poter dare continuità a questo progetto espositivo invitando in futuro anche altri artisti».
“La Soara” è infatti anche un luogo di condivisione, un po’ come Il Kapannone dei Libri, altro spazio industriale angerese riconvertito alla letteratura dallo scrittore Andrea Kerbaker. A far compagnia alle opere di Latorre sono presenti anche i dipinti e le icone del cittigliese Igi Taibez, «pittore per curiosità» e le vignette satiriche e le caricature di Vittorio Grimandi, autore di oltre 10mila disegni per Il Candido ed esperto anagrammista, (ai visitatori intenti a scattare foto con lo smartphone il vignettista potrebbe lanciare l’amo chiedendo l’anagramma di tecnologia, ndr). Ai due artisti visivi sono dedicate le pareti della sala, aperta la mattina dalle 9:30 alle 12:30, al pomeriggio dalle 14:30 alle 20.
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