Quando gli spazi industriali ospitano l’arte: alla Soara di Angera le opere in ferro di Fabrizio Menotti
Ultima esposizione del 2022 nell'ex fabbrica della Magnesia: fino a giovedì 22 dicembre le opere di Dodo Menotti, la cui matita è il tondino", saranno affiancante dal percorso tattile dello sculture del legno Cosimo Damiano Latorre
Giungono al termine, almeno per il 2022, gli appuntamenti che ad Angera aprono le porte dell’archeologia industriale alle mostre degli artisti del Varesotto e del Lago Maggiore. Fino a giovedì 22 dicembre, la “Soara” ospiterà in contemporanea la doppia mostra di Fabrizio “Dodo” Menotto e di Cosimo Damiano Latorre, artista che da quest’estate ha deciso di trasformare la mensa e le cucine della ex Magnesia in una sala mostre.
Guardandola da fuori, difficilmente infatti si potrebbe pensare che l’ex fabbrica della Magnesia di Angera, con quella sua torre imponente utilizzata un tempo per la lavorazione dei minerali, possa contenere al suo interno una singolare quanto esclusiva galleria di opere d’arte.
Eppure, è proprio grazie all’intuizione dello scultore del legno Latorre che l’opificio risalente ai primissimi anni del Novecento a pochi passi dal borgo lacustre ha saputo, almeno in parte, riconvertirsi in qualcosa di nuovo, ovvero in un laboratorio di falegnameria e in una casa dell’arte chiamata “Alla Soara”, dopo essere a lungo stato uno dei principali impianti attivi – e quindi centro di lavoro – sul Lago Maggiore.
Alla ricerca di spazi che permettessero agli artisti di esprimersi, Latorre ha voluto dare nuova linfa allo stabile, organizzando una serie di mostre sempre affiancate dal suo percorso tattile tra le sculture in ulivo, ovvero l’esposizione da vivere come esperienza ad occhi chiusi. E così dopo i mosaici e i pastelli cretosi di Marina Craizar i quadri in granito di Enrico Fraschetti, il primo anno “della Soara” si conclude con le opere in ferro di “Dodo” Menotti. Così si fa chiamare l’Artista in Movimento (questo il nome del gruppo di cui fa parte l’artigiano e “pittore metallico” di Arsago Seprio). Tra i suoi particolari “disegni” -la maggior parte dei quali sono colorati tramite ossidazione – molti profili di personaggi storici o appartenenti al mondo della cultura, come Dante e Cesare Pavese oppure riproposizioni di classici del Novecento, come Picasso.
«Ho sempre avuto la passione per la pittura ma ho iniziato a lavorare alle mie opere solo a partire dagli anni 2000 – spiega Dodo Menotti, che crea le sue opere lavorando il tondino di ferro cotto e incidendo la lamiera con il taglio al plasma -. Lavoravo in un’officina meccanica, sentivo ogni giorno l’odore del ferro e della ruggine: è qualcosa che fa parte della mia quotidianità».
Il lavoro di Dodo è anche un lavoro di recupero, infatti le lamiere su cui realizza i propri dipinti sono scarti sui il pittore utilizza il tondino come se fosse una matita. Un concetto simile a quanto fatto da Latorre, che ha voluto recuperare gli spazi ormai vuoti e inutilizzati di ciò che rimane della fabbrica per dare spazio agli artisti e, in futuro, – propone lui in tono-semiserio guardando alla torre della Magnesia – per creare una sorta di “lounge” con vista sul Lago Maggiore.
La mostra resterà aperta tutti i giorni dalle 8.30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 20 fino al 23 Dicembre.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.