Colombo sul “no” alla Torre: “Sposteremo il progetto lontano da Sesto Calende”. Opposizioni: “È un ricatto”
L'imprenditore e capogruppo di maggioranza: "Ci mettiamo una pietra sopra. Crediamo nell'architettura, mai abbiamo pensato di poter sfregiare la città". Le opposizioni rispondono: "La città si può riqualificare, ma rispettando il pgt"
«Ci mettiamo una pietra sopra». Con queste parole Marco Colombo, amministratore delegato della Enrico Colombo Spa, ex sindaco e attuale capogruppo di maggioranza a Sesto Calende, intende mettere un punto sul progetto Echo/M25, la torre che avrebbe riqualificato via Matteotti dallo stato di degrado a causa dell’abbandono di un cantiere dove un tempo sorgeva il distributore Q8.
Il progetto della Enrico Colombo era stato approvato nel consiglio comunale di settembre con l’adozione di variante del pgt ma è stato bocciato dalla Soprintendenza ieri, mercoledì 27 settembre, a causa dell’altezza dell’edificio (33 metri) e la posizione in contrasto paesaggistico nei confronti col centro storico, in particolare con la chiesa di San Bernardino.
Le parole affidate da Colombo ai social network sanno dunque di “resa”, con la decisione da parte dell’impresa fondata dal padre di «reindirizzare il previsto investimento al di fuori di Sesto, seppur questa Città rappresenti per noi la nostra casa, il nostro territorio e i miglior posto per far crescere i nostri figli».
“Mai voluto sfregiare Sesto Calende”
Se da una parte Colombo fa sportivamente emergere l’accettazione da parte della sua impresa per il parere negativo da parte dell’organo del Ministero dei beni culturali («Mai abbiamo pensato di poterla sfregiare con un edificio inadeguato e continueremo a tutelarla insieme a chi vuole il bene della nostra Città»), allo stesso tempo la cifra stilistica con cui il leader del centrodestra sestese ha accompagnato il suo messaggio non è certamente stata tra le più eleganti: lo screenshot di un messaggio privato ricevuto da Roberto Caielli, anch’egli ex sindaco e attuale consigliere all’opposizione per Insieme per Sesto.
La bagarre politica: “Gli effetti della mala gestione di Caielli resteranno ancora per tanto tempo”
L’occasione, quindi, diventa quella per riaccendere la polemica politica che da anni alleggia a Sesto Calende, in particolare in consiglio comunale, dove ogni ultimi giovedì del mese gli animi si surriscaldano.
«Io non gioisco mai sulle sconfitte degli altri – così continua Colombo in riferimento al messaggio ricevuto dall’esponente dell’opposizione, da lui da mesi denominata de “I Nemici di Sesto Calende” -, Il rancore e l’invidia, fortunatamente, sono sentimenti sconosciuti sia a me che ai miei familiari. Così come ci ha insegnato nostro padre Enrico».
Quindi l’attacco politico ai suoi avversari: «L’ecomostro, battezzato così per tanti anni, è senza ombra di dubbio frutto della mal gestione di Caielli e del centrosinistra sestese. E purtroppo resterà tale ancora per tanto tempo. L’unica nota positiva per la città è che grazie al nostro intervento è stato demolito un intero piano abusivo fronte Sempione: non mi capacito come sia stato possibile che l’amministrazione comunale di quel periodo (2007-2009) non se ne fosse accorta. O non abbia voluto accorgersene».
La risposta dell’opposizioni: “Un ricatto. La città si può riqualificare rispettando le regole”
«Noi festeggeremo quando l’area sarà riqualificata. Per il momento siamo molto preoccupati per il futuro dell’area e per le uscite poco ortodosse di una certa parte politica». Questa una delle tante risposte al messaggio di Colombo. A parlare è Giorgio Circosta di Sesto2030, lista che alle prossime elezioni correrà insieme a Insieme per Sesto.
«Le parole di Colombo suonano come un ricatto: “o si fa come dico io oppure niente”. Questo non è un atteggiamento all’altezza della Città. L’impresa può riqualificare l’area ugualmente nel rispetto del pgt e del tessuto urbano, come chiesto dalla Sovrintendenza».
Le due liste diramano poi un comunicato congiunto per cercare di mettere la parola “fine” alla lunga vicenda il più presto possibile, ma senza il conflitto di interessi. La richiesta infatti è quella di «adeguare il progetto» in modo da sanare una ferita aperta oramai da un decennio.
«Nel parere negativo della Sovrintendenza trovano conferma puntuale e completa i rilievi fatti dalle minoranze e da Legambiente. Se ci avessero ascoltato per tempo non saremmo arrivati a questa solenne bocciatura. Il Sindaco ha ripetuto in diverse occasioni che il limite di 10 piani era “solo urbanistico” e che si sarebbe adeguato nel caso l’autorità competente, cioè la Sovrintendenza, avesse espresso parere diverso e negativo. Adesso Colombo e la sua impresa devono dimostrare che la volontà di recuperare l’area è la loro effettiva priorità: adeguino il progetto senza perdere altro tempo. L’interesse della città rimane al primo posto ed è lo stesso di prima: cancellare una ferita aperta da anni, dare alla città gli spazi pubblici previsti nel 2007, rispettare le leggi a tutela del paesaggio storico».
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