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Albus Silente è di casa ad Arcumeggia, dove Maura Luoni ha creato la sua terra incantata

Ma anche Merlino, l'assiolo e Maka, il gufo reale. La rubrica di Lorenzo Franzetti ci porta a conoscere una famiglia che ha creato nei boschi del paese un vero luogo da fiaba immerso nella natura

maura luoni

“Non è ciò che guardi che conta, ma ciò che vedi”. Una parrucchiera può pensare alla stessa maniera di Henry David Thoreau, il padre del pensiero ecologico contemporaneo. Maura Luoni, dopo una vita a pettinare e a far ricci, ha liberato idee che teneva imprigionate dalla paura di non farcela e ha dato vita alla sua “Terra incantata”, ad Arcumeggia: «Vorrei tanto che la gente venisse a vedere questo posto, vorrei che capisse il senso», lo pensa e ci crede con occhi pieni di vita e idee libere, condivise, fatte crescere non da sola, ma assieme ad altre due persone: suo marito Maurizio e sua figlia Valentina.

Vivono in un bosco “incantato”, sono pronti a dimostrarlo

La magia è tutta in quegli sguardi orgogliosi che s’incrociano, per qualche frazione di secondo si sfidano, ma quegli occhi finiscono poi per guardare tutti nella stessa direzione. Occhi di una famiglia, circondati da altri sguardi incredibili: decine di occhi che ti catturano, occhi di gufi, allocchi, barbagianni, assioli, poiane falchi, astori, fino a quelli dominanti delle aquile che vivono lì: sedici dentro alle voliere di Maura, altri, non si sa quanti, dentro ai boschi della Valcuvia, che risalgono verso il San Martino. Il lungo viaggio di Maura Luoni, verso la sua terra incantata, è partito da Cassano Magnago, rimanendo a valle molti anni, nel suo salone di parrucchiera. Tra illusioni, bollette da pagare e un amore per la vita e gli animali che non coincideva con quel che le stava attorno: «Il primo disagio, i primi danni da bambina sono arrivati dalla Walt Disney, con la sua idea di natura umanizzata che non è la verità, idea che ho sempre detestato».

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L’idea di una ex parrucchiera, un progetto di famiglia

La sua idea di natura, oggi, la si può toccare con mano nel suo parco didattico, ai margini di un bosco, e che vive con la forza delle idee e delle braccia, comprese quelle di suo marito, e dell’entusiasmo della figlia Valentina che ha, anch’essa, le idee chiare: «Sto studiando, ho scelto la scuola pensando a come mandare avanti questa realtà», lo dice convinta, mentre gli occhi di mamma Maura sembrano luccicare un po’ di più, con quelle parole. Studiare, per Valentina, significa scendere ogni mattina da Arcumeggia, per andare ad Angera, attraversare il lago in battello, per poi raggiungere in autobus una scuola di agraria a Lesa. E a fine lezioni, si rifà tutta la strada a ritroso: un percorso così, lo si fa solo se ci si crede veramente. Un po’ come mamma Maura che non si è spaventata di una strada in salita: «Non tanto quella per arrivare da Cassano Magnago ad Arcumeggia, quanto a quella di arrivare dal niente fino a costruire un sogno in mezzo al mio bosco, anche senza una laurea, studiando tantissimo, cercando di imparare ogni giorno». Idee diverse, quelle di mamma Maura, di papà Maurizio e Valentina, lo si intuisce subito ascoltandole. Idee che poi convergono ed è l’amore a metterci l’equilibrio. E si vede pure quello, senza pretendere di capire tutto subito, soltanto osservando, ascoltando e ripensando a quelle tre persone circondate da gufi, cani, capre, galline, farfalle, falchi, maialini, aquile, lumache giganti. Solo così, unendo forze e cuori diversi, una casetta nel bosco può uscire dal mondo dei sogni di una testa e diventa realtà per tutti. E a volte danno vita persino alle favole: «Come il libro che abbiamo creato io e mia figlia, una favola ecologica scritta da me e illustrata da lei. Così come la seconda fiaba, che pubblicheremo a breve, e che parla di farfalle». Tante idee, tanto lavoro umile, tanti sogni, persino incantesimi ed elfi, ma, volendo, tutto funziona. Questione di equilibrio, non semplice, ma che, quando si crea, è come una magia: trovare un equilibrio è la sfida di ogni giorno, cominciando a far capire la possibile convivenza tra l’uomo, uccelli imprintati, animali d’allevamento, agricoltura rispettosa dell’ambiente e natura selvaggia tutto intorno, natura che convive con un mondo, a valle, inquinato, arrabbiato, rumoroso, un po’ folle. In una parola squilibrato.

«Il mio rapporto con gli animali è la costante, una guida, un modo di affrontare le giornate. Prima di iniziare tutto questo, con mio marito, lavoravamo con i cani da soccorso. Poi ho scelto di dare ascolto a una passione che avevo dentro, quella per gli uccelli rapaci».

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La fantasia vive con Harry Potter, la realtà è studiare con Marco Mastrorilli

Una ragazza che non aveva studiato, Maura che l’amore era vero davanti allo schermo di un cinema: «Prima con Ladyhawke, poi con Harry Potter». Fiaba e realtà, studio e magia, impegno concreto e idee fuori dagli schemi si colgono anche tra le pareti di casa sua, mentre l’assiolo Merlino, osserva ogni movimento umano, posato sopra la porta del soggiorno. «La passione è diventata qualcosa di più concreto, quando ho incontrato un grande studioso, Marco Mastrorilli, che è un po’ il mio maestro. È forse il più grande ornitologo, esperto di rapaci notturni in Italia e mi ha seguito nel mio progetto». Un progetto didattico: «Sì, perché credo sia importante far capire, mostrare e spiegare l’importanza e la bellezza di certi animali, in questo caso i rapaci notturni. Non amo la falconeria quando è semplicemente uno show, uno spettacolo da circo. Preferisco un approccio didattico, far vedere, aiutare a osservare, a capire, rispettare». Maura ha comunque un brevetto di falconiere: «Certo, ma la falconeria la intendo per quella che è fin dalla sua nascita, una pratica venatoria con i falchi. È un’esperienza meravigliosa, nella quale si entra in simbiosi con un rapace e un cane. Ed è una caccia secondo le regole della natura, non con i fucili. Faccio fatica a far capire questo equilibrio, quando si tende a umanizzare la natura, ad addomesticarla secondo i nostri piaceri e i pensieri, alla Walt Disney. Per un falco, catturare una preda è un fatto naturale. E per fare questo, ho preso anche io una licenza di caccia, ho un porto d’armi, anche se a casa non ho fucili».

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Ritrovare un equilibrio, con un mondo selvaggio che convive con quello imprintato

«La chiave per comprendere è il rispetto. Rispetto per quello che siamo, essere umani, dentro a un mondo naturale, che ha le sue regole. Una convivenza, un punto di equilibrio ci deve essere. E l’estremismo non funziona, porta soltanto allo scontro con gli altri, ti porta fuori dalla realtà». Cercare sempre un equilibrio: tra mondo reale e mondo ideale “Abbiamo tutti luce e oscurità dentro di noi. Ciò che conta è la parte con cui sceglieremo di agire. Ecco chi siamo veramente”: tra le pareti di casa, il bosco, gli orti e le voliere di Maura, ci si aspetta che un Sirius Black o qualche altro mago sbuchi all’improvviso, dentro a un rumore di foglie agitate dal vento. Ma prima di giudicare, occorre capire, vedere, conoscere: «A cominciare magari dal venire qui e provare a camminare a piedi scalzi sull’erba, nei boschi, dentro a un ruscello. Per ritrovare un legame con ciò che siamo, ovvero parte della natura». Anche per questo ha pensato anche a un parco delle farfalle: «Un luogo in cui nascono, vivono e ti circondano. Farfalle Macaone, meravigliose». Ritrovare il legame, respirare la natura, non accontentarsi delle apparenze e non vergognarsi di dar spazio alla fantasia: «Qui attorno, è pieno di gente che non crede agli elfi, ma se ci credi, esistono eccome. Ecco il loro miele», e sorridendo mostra un vasetto di Miele dell’elfo, che è in realtà lo spunto per parlare delle sue amate api: «Occorre pensare, guardando questo vasetto, che lì dentro c’è un lavoro che è stato molto faticoso e sofferto per le nostre api, per via di un’annata complicata dal punto di vista climatico. Eppure, ce l’hanno fatta anche quest’anno». L’autoproduzione è un punto importante della nuova vita di Maura e della sua famiglia: «La nostra verdura, le uova delle nostre galline, i nostri mirtilli, le erbe aromatiche e medicinali, dalla pasta fatta in casa, ai saponi, cerchiamo di produrre tutto nel modo più equilibrato possibile. E anche la carne, la scegliamo da nostri allevatori amici che lavorano con il massimo rispetto per i propri animali». Così, chi vuole vivere un’esperienza nel parco didattico di Maura ha anche la possibilità non soltanto di acquistare prodotti a chilometro zero, ma anche di mangiare cibi genuini direttamente nel suo soggiorno, a tavola con lei: «L’idea dell’home restaurant, ovvero di invitarvi a mangiare a casa nostra, aiuta a capire ancora di più. E anche questo lo facciamo grazie alla pazienza di mio marito, visto che è lui a cucinare». Un pranzo, sotto gli occhi di Merlino, l’assiolo, è sicuramente qualcosa di unico: «Ma anche imparare ad abbracciare un albero e provare a sentirlo è un’esperienza che consiglio. L’idea dei percorsi sensoriali è un mio “pallino” che vorrei far crescere sempre di più. Sto pensando a una tenda, una Yurta mongola da tenere qui, ai margini del bosco per farci dormire le persone, farle vivere l’esperienza del dormire all’aperto, nella natura». Natura che in questo angolo di Valcuvia è straordinaria: «Oltre ai miei gufi in voliera, qui nel bosco ci sono anche i gufi selvatici, ce n’è almeno una coppia. E diversi allocchi. Di giorno, qui sopra vola una coppia di aquile reali, delle poiane, e poi gli astori, che ben conosco poiché hanno “prelevato” alcune mie galline. E anche i mammiferi sono parecchi, anche se quest’anno bramiti di cervi se ne sono sentiti molto pochi, forse perché abbiamo avuto un settembre e un ottobre con caldo anomalo». Maka, il gufo reale, è il veterano di casa: «E’ stato il primo rapace che ho preso con me. Non è un uccello facile e quello che voglio far capire ai miei visitatori, soprattutto ai ragazzi più giovani, è che ogni animale ha la sua natura e va conosciuta e rispettata. Oggi, se hai i soldi, in Italia puoi acquistare di tutto, tra uccelli e altri animali, ma attenzione, non è un gioco, non sono soprammobili o peluches. Ci vogliono sì amore, ma soprattutto preparazione e consapevolezza della loro natura».

maura luoni

«Dai miei gufi e dalle mie aquile, imparo a rispettare i tempi della natura»

Sorride Maura, circondata dai suoi tre cani, davanti a un caminetto, rigorosamente protetto per evitare che Leotordo o Merlino, i due assioli che talvolta girano liberi per casa, si facciano male. Fuori, Arcumeggia somiglia a un borgo presepe, giù a valle strade, quartieri dormitorio, capannoni e automobili rendono tutto troppo monotono per menti vivaci che amano fantasticare tra elfi, incantesimi, a tu per tu con lo sguardo di un barbagianni o di un’aquila. Nel mezzo, il bosco, solo apparentemente buio, nel quale mufloni e caprioli si prendono la scena, escono in vere e proprie mandrie fin sui tornanti: è la natura che si riprende i suoi spazi. «C’è ancora molto da fare – riflette sospirando dietro ai suoi occhiali -, ma vivere così ti obbliga a imparare da loro, da questi animali. Vuol dire imparare a dare un valore diverso al tempo e alle cose quotidiane: Yas, il mio barbagianni, e tutti gli altri mi hanno insegnato a rispettare i loro tempi, i loro ritmi, le loro regole». Tutto è diverso da quel mondo che, giù a valle, corre non si sa dove e perché, dentro a tutte quelle automobili. “Sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità”. Albus Silente è un vero guru quassù. Il senso di tutto ciò, magari, non verrà svelato come pensate: magari lo coglierete assaggiando una pagnotta ancora calda e croccante, appena sfornata da Maura, oppure dentro gli occhi dell’assiolo Leotordo, o forse accarezzando il tronco di un albero. O magari non lo scoprirete mai, perché certe cose dipendono da voi: confidate in un elfo, se deciderà di aiutarvi.

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Pubblicato il 05 Dicembre 2023
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