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Sesto Calende rilancia i comitati di quartiere

Nuovo regolamento approvato dopo una lunga seduta in consiglio comunale, terminato all'una di notte: quorum al 5% e voto ai sedicenni

lentate verbano - Sesto Calende

«Vogliamo rivitalizzare il dialogo con le frazioni della città». Nella lunga seduta di giovedì 8 aprile, iniziato alle 21 e termino verso l’una di notte, il consiglio comunale di Sesto Calende ha approvato il nuovo regolamento per i comitati di quartiere. 

(nella foto la frazione di Lentate)

L’organo cittadino, che individua gruppi di referenti per ogni quartiere e frazione, esiste a Sesto Calende dagli Anni 70, anche se non sempre nel corso dell’ultimo mezzo secolo i comitati sono stati operativi. Come spiegato infatti dal consigliere comunale con delega Simone Danzo, i comitati negli anni hanno subito varie modifiche strutturali, passando dall’iniziale nomina consiliare (ovvero da parte dei partiti) a una nomina diretta a partire solo dal ‘95, periodo in cui la città, grazie alla sinergia tra le località e l’amministrazione, ha visto il realizzarsi di progetti come l’area festa di Lentate o l’illuminazione dell’Alzaia.

POTRANNO PARTECIPARE ANCHE I SEDICENNI

«Quello di stasera è il primo passo per poter procedere poi all’elezione dei comitati – spiega Danzo -. A muoverci è stata l’idea di migliorare il regolamento del 2009, senza stravolgerlo ma improntando dei miglioramenti come la partecipazione anche dei 16enni o l’attuazione del controllo del vicinato. Quando la giunta Colombo nel 2009 ha alzato il quorum al 20% la sola Lisanza riuscì ad eleggere un comitato, mentre negli altri quartieri l’esperienza finì, senza che venisse più riproposta in seguito».

SE IL QUORUM SCENDE IL CIVISMO SALE? LO “SCONTRO” SULLA SOGLIA

Proprio sul livello del quorum, abbassato al 5%, è stato incentrato il dibattito durante il consiglio, chiamato dalla giunta Giordani e dalla lista di Sesto Futura a votare nello specifico la revisione del regolamento e il conseguente comitato elettorale per l’elezioni nei quartieri, con data ancora da stabilire. Il comitato elettorale sarà composto dal sindaco e due membri effettivi, più i corrispettivi supplenti. Un’altra novità  introdotta è inoltre lo “svincolo” di durata dei comitati dei quartieri, che decadranno l’anno successivo al termine del mandato amministrativo del consiglio comunale e non più in concomitanza.

Bocciati i 5 emendamenti (3 di Siamo Sestesi e 2 di Fratelli d’Italia) proposti dai due gruppi all’opposizioni, entrambi recanti i simboli di centrodestra. Se sull’introduzione del vicepresidente del comitato di quartiere in realtà il “niet” di Sesto Futura era dovuto a «un errore di forma» (l’approvazione passerà con un “contro-emendamento”), sulla soglia del quorum, alzato al 20% nel 2009 dall’allora sindaco Colombo – oggi in minoranza – si è acceso maggiormente lo scontro politico, perpetrato poi anche nei restanti 18 punti all’ordine del giorno (e successive 3 ore), prevalentemente interrogazioni da parte dell’opposizione, alcune delle quali protocollate tra gennaio e febbraio.

«Alzare la percentuale incoraggerebbe una maggiore partecipazione democratica e una legittimazione più ampia dei comitati» questa la posizione di Roberta Colombo, al suo esordio dopo la surroga del compianto Edoardo Favaron. Delusione anche da parte due leghisti l’ex sindaco Marco Colombo e Jole Sesia in fase di discussione. «Sui nostri banchi è arrivato un regolamento già fatto. Quando eravamo in maggioranza eravamo accusati di mancanza di democraticità, oggi ci troviamo davanti a decisioni che vengono prese senza un reale confronto e senza la possibilità di contribuire al dibattito, che doveva esserci già prima della stesura del regolamento» commenta Sesia, che considera il voto di ieri «una dinamica che mina la partecipazione democratica». All’accusa di “mancanza di partecipazione” Danzo durante il consiglio ha fatto notare che i lavori di revisione erano iniziato a febbraio, con delle osservazioni da parte di Fratelli d’Italia pervenute al 5 marzo.

«In campagna elettorale non avevate promesso i comitati, bensì il maggiordomo di quartiere – rimarca Colombo -. Quel che servirebbe è qualcuno che monitori lo stato d’abbandono in cui sono lasciati i quartieri. Nel 2009 consideravamo il 20% il minimo per legittimare un piccolo gruppo di persone a rappresentare un intero quartiere, adesso riteniamo il 10% la taglia minima» aggiunge poi, rivendicando invece di aver creato aggregazione e comunità tra i quartieri istituendo il palio e la festa di Sesto Città, in quello che sarà un anticipo di un lungo canovaccio del consiglio comunale, dove le due parti non mancheranno di rintuzzarsi a vicenda passato e presente. Il tutto pur senza toccare i picchi di acredine visti nel recente passato, come nel consiglio di febbraio.

In una percentuale «così bassa» del quorum Colombo vede lo specchio di una possibile rischio politico: «Secondo me non lo state facendo per rappresentare i quartieri ma per tacitarli. Direte: quello che non passa dai comitati di quartiere, dai nostri uomini che metteremo, non verrà fatto. E così sarete legittimati».

“I COMITATI DI QUARTIERE SARANNO APARTITICI”

Un’espressione, la chiosa di Colombo, rigettata da Danzo: «La soglia del 5% è la più adeguata per fornire sufficienti garanzie di una positiva conclusione della procedura elettorale» risponde il consigliere a proposito del quorum, per poi tornare nell’intervento successivo sulle parole dell’ex sindaco. (ricordiamo come la consultazione per la posizione del mercato, uno dei temi di maggiore dibattito nel precedente mandato, nel novembre 2022 toccò il 15%, ndr.)

Non sarà una questione di pedine, assicura il consigliere di Sesto Futura: «I comitati non hanno nessun potere esecutivo ma svolgono funzioni propositive e consultive. Ad ogni modo i comitati di quartiere saranno il più indipendenti possibile. Nel regolamento, all’articolo 2, c’è una postilla che specifica che i comitati sono una forma di espressione popolare e che non vengono controllati da nessuno. I comitati sono apartitici e non rispondono a nessuna lista comunale. Dovranno pensare solo al bene del quartiere. Pensare che qualcuno possa usarli per influenzare l’opinione pubblica o possa fare ingerenze attraverso i comitati mi fa rabbrividire».

(articolo aggiornato giovedì 10 aprile)

Marco Tresca
marco.cippio.tresca@gmail.com
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Pubblicato il 09 Aprile 2025
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