Molestie alla ex, arrestato
L’uomo, 37 anni pizzicato dai carabinieri di Cuvio fuori dalla porta di una giovane con cui aveva una relazione. Per gli inquirenti è stalking
Martedì sera scorso, il 31 marzo, i carabinieri della stazione di Cuvio hanno applicato la nuova normativa anti molestie, arrestando un 37 enne domiciliato a Cassano Valcuvia, responsabile di danneggiamento, violazione di domicilio ed atti persecutori nei confronti dell’ex compagna.
La donna aveva chiamato i carabinieri, denunciando che l’ex fidanzato si era recato presso la sua abitazione di Cuveglio con propositi minacciosi, avendo appreso che la donna aveva un nuovo compagno. Immediato l’intervento dei militari, che, giunti sul posto, avevano trovato l’uomo davanti alla porta d’ingresso dell’abitazione. L’uomo presentava evidenti graffi alla mano destra, patiti dopo aver rotto il vetro della stessa porta, nel tentativo di entrare nell’abitazione della donna, con l’intento di aggredirla. La donna lamentava l’esasperazione dovuta ai continui comportamenti minacciosi, molesti e persecutori dell’ex convivente.
Sussistendo i presupposti per l’applicazione del reato di stalking, i militari traevano in arresto l’uomo, che veniva accompagnato ai Miogni, a disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Varese. Dr. Massimo Politi.
Nella mattinata odierna l’arresto dell’uomo è stato convalidato dal gip Giuseppe Battarino. Al 37 enne è stato imposto l’obbligo di dimora nel diverso Comune dove ha il domicilio. Invece, nella giornata di ieri il giudice delle indagini preliminari aveva scarcerato un uomo, non convalidato l’arresto, valutando che non vi fossero gli estremi per il reato di stalking.
Si tratta dell’applicazione della nuova disciplina penale contro lo stalking, vale a dire gli atti persecutori; le nuove norme prevedono la punizione di chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva, ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. Il reato è aggravato se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato, o da persona che sia legata da relazione affettiva alla persona offesa.
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