“Nel cuore di don Rino c’erano tutti i suoi fedeli”
Chiesa gremita per i funerali del sacerdote che per trent'anni è stato parroco della cittadina. La cerimonia è stata celebrata da monsignor Luigi Stucchi
«La bontà non è una dote innata. È un’attitudine che va coltivata nell’animo. Non possiamo solo dire che Don Rino (nella foto) era un uomo buono. Lo era perchè possedeva una fede immensa». Sono parole di affetto e gratitudine quelle di Monsignor Luigi Stucchi, vicario episcopale, che questa mattina ha celebrato i funerali di don Rino Villa. Nella chiesa di Santa Maria Assunta c’era tutta la comunità per dare l’ultimo saluto al sacerdote che per trent’anni ha guidato la parrocchia di Angera.
C’erano l’amico faraterno don Carlo Comotti, le Acli, il Cva, l’associazione ex oratoriani, la protezione civile, il coro e la banda Santa Cecilia. E soprattutto c’erano i fedeli, le persone che, come ha ricordato nella sua lettera l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi, «erano al primo posto nel cuore di questo sacerdote».
Don Rino era una persona amata e rispettata da tutti, lo ha dimostrato una chiesa gremita e la profonda commozione dei cittadini presenti alla cerimonia. «Sapeva cogliere e trasmettere l’essenziale delle cose – ha ricordato Monsignor Stucchi -. La bontà e la sua fermezza di fondo ne hanno fatto un padre per molti fedeli. Viveva la sua vocazione nella quotidianità come un fratello: era vicino alla sofferenza, ai malati e alla fatica. E infine era un discepolo che offriva agli altri l’amore per il mistero della nostra religione».
Il vicario episcopale ha parlato anche degli anni trascorsi in seminario dall’ex parroco di Angera che per dieci anni fu vicerettore dell’istituto di Venegono. Un’esperienza che è servita a far maturare la sua sapienza e la conoscenza delle scritture. «La sua passione più grande – ha concluso Stucchi – era proprio il mistero della morte e della resurrezione di Gesù».
La cerimonia si è conclusa con un momento istituzionale alla presenza del sindaco Vittorio Ponti e dell’assessore Franco Baranzini che ha letto una commovente lettera dedicata all’ex parroco. Per testimoniare la gratitudine nei suoi confronti, nel 2005, la città di Angera gli conferì la cittadinanza onoraria, poca cosa a confronto della dimostrazione di affetto più grande, quella l’hanno data le lacrime, sui volti di tutti, questa mattina.
Il ricordo di Don Ambrogio Cortesi
Il ricordo dell’associazione ex oratoriani
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