Il “manifesto della discordia” anima la campagna elettorale luinese
Liardo e Pellicini si pungolano a vicenda: la scintilla è un vecchio manifesto che attaccava gli amministratori che hanno deciso di costruire il muro sul lago
Il “manifesto della discordia” anima la campagna elettorale luinese. Dopo le presentazioni delle liste per i futuri candidati sindaci a Luino, avvenute nelle settimane scorse, si registrano le prime schermaglie con qualche “pungolatura” e con affilate precisazioni. La polemica, se di polemica si vuol parlare, nasce da cartelloni fatti esporre dalla Lega Nord a Luino lo scorso anno, cartelloni che incoraggiavano i cittadini a non votare alle elezioni per “chi ci sta togliendo la vista del nostro lago”, questa la citazione esatta del manifesto, con tanto di nomi e cognomi delle persone responsabili. Dunque, un chiaro invito a non votare quelle persone, da parte della Lega Nord, a Luino. Le foto di quei cartelli, in questi giorni, stanno girando e sono ormai in molti a vederle come strumentalizzazioni elettorali. Dove sta dunque il problema? Il problema, a sentire gli umori luinesi, risiede nel fatto che alcuni dei nomi citati nel cartellone della Lega sono poi gli stessi che ora si trovano nella lista con la Lega Nord per sostenere il candidato Andrea Pellicini. Insomma, qualcuno evidenzia una mancanza di coerenza, c’è anche chi parla di autogol da parte della Lega Nord a Luino. L’altro candidato sindaco, Vincenzo Liardo, a proposito di quel manifesto parla di “lista di proscrizione”.«Per dieci anni – si legge in una nota emessa da Liardo -, ho lavorato con molte persone che ora sono nella lista capitanata da Andrea Pellicini. E’ sinceramente antipatico usare oggi parole crude nei confronti di uomini con cui si è condiviso un percorso. Sarebbe sempre bene mantenere alti i livelli di dialettica tra le parti anche quando da alleati, ci si ritrova avversari. Del resto i fatti della vita ci costringono spesso a dover affrontare situazioni inaspettate o che avremmo voluto evitare. Ho una grande stima nei confronti del candidato a sindaco di “Nuova Frontiera”, sono certo che sarà in grado di nobilitare la campagna elettorale con il suo stile sobrio e la sua intelligenza. Nessuno, tanto meno il sottoscritto, infatti intende mettere in dubbio le capacità intellettuali e politiche di Andrea Pellicini». Dopo gli attestati di stima il comunicato entra nel vivo del problema: «Stupisce certo – continua Liardo- che oggi sia alleato con coloro che solo pochi mesi orsono hanno tappezzato la città con i famosi manifesti indicanti nomi e cognomi dei componenti di maggioranza del consiglio comunale luinese». Si arriva anche alla citazione e al paragone storico: «Una vera e propria replica di quelle che furono le antiche “liste di proscrizione” tanto care al fascismo ed in egual misura al regime stalinista. Durante la presentazione alla stampa della propria lista, Pellicini ha sottolineato la necessità di “dare una svolta alla nostra città che merita un futuro migliore”. Non mi sottraggo a questo desiderio e sono pronto a sottoscrivere quelle parole. Ma allo stesso tempo, chiedo ad Andrea Pellicini di mettere in atto il primo gesto di cambiamento». Liardo chiede quindi a Pellicini di esprimere «la sua avversione nei confronti di quei mezzi e chieda agli uomini della sua lista, che si sono prodigati in contata virtuosità, di prodigarsi in pubblica ammenda per quel gesto incivile e violento. Sarebbe stato meglio che tutti, pur esprimendo una giusta critica, si fossero da subito dissociati da quei modi di fare politica». Non tarda ad arrivare la replica del diretto interessato sul tema. «Ho già avuto modo di riprendere pubblicamente la Lega sul manifesto cui fa riferimento Liardo – scrive in una nota Andrea Pellicini -, e quindi ritengo un po’strumentale il suo ulteriore invito nel mezzo della campagna elettorale. Sulla questione del “muro”, penso di essere stato ancora più duro della Lega. Se infatti, da un lato, ho sempre affermato che l’amministrazione Mentasti ha avuto il merito di mettere mano allo stato desolante del piazzale polveroso, dall’altro sono stato il primo che ha contestato la realizzazione del bar e soprattutto del parcheggio coperto a lago, opere inconcepibili sotto ogni profilo. Per il resto, sposo l’invito di Liardo ad una campagna elettorale serena e basata sui contenuti, nella convinzione che sarebbe del tutto riduttivo impostare la campagna sul “muro”».
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