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«Siamo stati fortunati, la frana poteva seppellirci»

Massimo Rucci abita con la sua famiglia proprio sotto il costone venuto giù lo scorso 4 aprile. La sua famiglia, insieme ad altre due, è stata evacuata

frana la montagna a germignagaSono ancora sfollate le tre famiglie evacuate dopo lo smottamento avvenuto lungo il costone di una collina nel comune di Germignaga all’altezza del km 34 della strada statale 394 tra Brissago Valtravaglia e Germignaga. Undici le persone che non possono ancora rientrare nelle proprie abitazioni dopo che lo scorso 4 aprile una frana di importanti dimensioni si è staccata sbriciolando un pezzo di collina che si affaccia sulla strada dopo alcuni giorni di pioggia. Le tre famiglie abitavano proprio sotto il tratto franato e i detriti sono arrivati a lambire le abitazioni fermandosi poco prima. Fino a ieri altri pezzi di collina sono venuti giù lasciando intendere che la situazione idrogeologica è tutt’altro che tranquilla. Massimo Rucci ha tre figli e una moglie, abita nella palazzina che si vede nella foto in alto, proprio sotto la frana, l’intero nucleo familiare è stato evacuato e ospitato temporaneamente presso l’agriturismo Il Caminetto di Brezzo di Bedero: «Il comune di Germignaga si è mosso immediatamente e ci ha trovato una sistemazione temporanea – racconta Massimo – non appena c’è stata la prima frana sono intervenuti Vigili del Fuoco, tecnici comunali e Protezione Civile e questa mattina sono iniziati i lavori per la messa in sicurezza. In fondo siamo stati fortunati, quella frana poteva seppellirci».

Un’impresa è già al lavoro nel tentativo di creare un argine a difesa delle abitazioni; il pericolo più grande è la pioggia, in questo momento, prevista per giovedì e in grado di creare ulteriori smottamenti: «Siamo preoccupati ma se l’intervento di messa in sicurezza sarà rapido non si dovrebbero creare ulteriori danni – spiega Rucci – siamo preoccupati per la nostra casa, com’è logico che sia. Per il momento non siamo riusciti a portare via nulla se non lo stretto indispensabile». La ferita nella montagna è ben visibile, uno squarcio largo qualche decina di metri e alto altrettanto, non si sa ancora quanti metri cubi di materiale siano crollati. Massimo Rucci, intanto, continua a presidiare la sua casa, aiutando anche l’impresa nell’opera di contenimento che si sta mettendo in atto: «Cerco di rendermi utile e di velocizzare le operazioni – conclude l’uomo – non so per quanto ancora dovremo rimanere fuori casa, c’è chi dice anche un mese ma è qui che dobbiamo tornare e voglio vedere cosa faranno per mettere in sicurezza la collina. Non voglio ritrovarmi alla prossima pioggia con la paura di stare in casa, ho anche una figlia piccola e devo pensare a lei».Salva per il momento anche la vecchia fornace a lato della casa, attiva fino agli anni ’50 ricorda che lì era presente una piccola cava dalla quale veniva estratta sabbia.

Pubblicato il 06 Aprile 2010
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