Arsenico nell’acqua: la risposta di Aspem
La società ha precisato che "rientra nei limiti di potabilità". Intanto Insieme per Sesto chiede di intervenire per risolvere i problemi dell'acquedotto comunale
L’acqua di Maccagno "
rientra nei limiti di potabilità previsti dalla normativa vigente". Lo precisa Aspem Spa dopo la diffusione, da parte dell’Unione Europea, della lista dei comuni italiani a rischio "arsenico". In molti acquedotti, tra cui quelli di Sesto Calende, Dumenza e Maccagno, questa sostanza sarebbe infatti presente oltre i limiti consentiti.
"Visti i recenti articoli – si legge nella nota della società – si comunica che l’acqua distribuita nell’acquedotto comunale di Maccagno gestito da Aspem rientra nei limiti di potabilità previsti dalla normativa vigente. Per le acque delle frazioni di Orascio e Sarangio del medesimo Comune, sono in corso di esecuzione verifiche tecniche e analitiche".
Sul problema, che in Italia coinvolge 128 comuni, è intervenuto alla Camera anche il ministro della Salute, Ferruccio Fazio. «È ipotizzabile stimare – ha detto – in circa 100 mila gli abitanti cui potrebbe essere precluso l’uso potabile dell’acqua distribuita a causa della presenza di valori di arsenico superiore a 20 microgrammi per litro». Il problema, secondo il ministro, riguarda «l’arricchimento naturale delle acque legato alla presenza geologica di arsenico nelle rocce prevalentemente appenniniche, delle Alpi e comunque montane».
A livello locali i sindaci dei paesi interessati hanno assicurato che la situazione dei propri comuni è sotto controllo ma la notizia non è passata inosservata. A Sesto Calende, si legge in una nota del gruppo Insieme per Sesto "il problema della presenza di aresenico (con cause di natura geologica e non da imquinamento) è emerso da qualche anno, con analisi che oscillavano intorno al limite di 30 microgrammi/l (che l’Italia ha chiesto di prorogare ma l’Europa non ha concesso). Dopo aver affrontato il problema con misure temporanee di riduzione (filtri a carbone) il comune aveva previsto nel 2008 di affrontare il problema in modo definitivo inserendo le opere previste nel piano triennale 2009-11 delle opere pubbliche. Nel 2009 la nuova Amministrazione aveva annunciato di accelerare la realizzazione dell’impianto ma dopo oltre un anno non ha fatto nulla e da quel che ci risulta nemmeno quest’anno il progetto verrà appaltato (come gruppo di minoranza chiederemo di rivedere queste scelte). Nell’immediato chiediamo che la decisione dell’UE di non approvare deroghe vada rispettata e si proceda ad appaltare con urgenza i lavori per un impianto di filtraggio, già progettato. Al tempo stesso bisogna chiedere a Regione e Governo l’erogazione di contributi straordinari per una emergenza ambientale/sanitaria che dipende da cause naturali e di escludere dal patto di stabilità la spesa necessaria".
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