“L’acqua di Sesto si può bere”
L'assessore Raffaele Bertona rassicura i cittadini: «Il livello di arsenico è basso. Abbiamo studiato un impianto per eliminare la sostanza ma il patto di stabilità ci impedisce di realizzarlo»
«L’acqua di Sesto Calende si può bere, i cittadini non corrono rischi ed è stato fatto dell’inutile allarmismo». Raffaele Bertona, assessore all’ambiente del Comune di Sesto non ha dubbi. Sul sito del Comune ha pubblicato tutti i dati delle analisi effettuate nei mesi scorsi dall’Asl (nella sezione "Qualità acqua").
«I livelli di arsenico – spiega – sono stati in alcuni mesi solo di poco superiori al limite dei 10 microgrammi per litro e più precisamente, fino a un massimo di13».
Perché dunque è stata richiesta all’Unione Europea una deroga così alta (30 microgrammi per litro)?
«Questo non lo abbiamo capito. Al Comune di Sesto sarebbe bastato un limite molto più basso. Ma la richiesta non compete all’amministrazione, se fosse dipeso da noi non avremmo avuto problemi. Il valore che viene chiesto in deroga, che precisiamo non corrisponde a quello presente nell’acqua, è stato fissato probabilmente da enti territoriali o dai responsabili del ministero della salute e l’Unione Europea l’ha rifiutato».
Qual è l’acquedotto interessato?
«Il pozzo di San Donato, nella zona dell’Abbazia (che serve le zone di Lisanza, Cocquo, Sant’Anna, Oca, parte San Giorgio, Abbazia, Capoluogo, ndr). Lì sono stati registrati livelli di arsenico di poco superiori ai 10 microgrammi».
A cosa è dovuto questo valore?
«È una caratteristica naturale, tipica tra l’altro delle fonti alpine. Non si tratta di inquinamento chimico ma di una presenza di tipo geologico. Fino a qualche anno fa il limite era fissato a 50 microgrammi per litro poi una direttiva dell’Unione Europea ha fortemente abbassato questo livello introducendo il valore dei 10 microgrammi anche se sono state accettate deroghe fino a 20. Quindi possiamo dire con tranquillità che siamo nei limiti. In ogni caso, dato che stiamo parlando di salute dei cittadini, abbiamo studiato delle soluzioni».
Che tipo di interventi avete previsto?
«Abbiamo escluso la creazione di un impianto di miscelazione e studiato un intervento più serio, un impianto di trattamento specifico che permette la "dearsenificazione". Si tratta di un investimento significativo poiché la struttura è piuttosto rilevante. Abbiamo inoltre progettato la realizzazione di un edificio per contenerla perché dobbiamo considerare la zona dove dovrebbe sorgere, vicino all’Abbazia di San Donato, che è uno dei monumenti più belli del nostro comune e per ciò dobbiamo tutelare anche il paesaggio. Realizzarla in un altro luogo sarebbe invece troppo costoso».
Quanto tempo richiederà questo intervento?
«L’opera è inserita nel piano triennale ma abbiamo un grosso limite che si chiama patto di stabilità. Nelle casse del comune abbiamo i soldi, 500mila euro, per realizzarlo ma non possiamo farlo perché la legge non ce lo permette. È questo è un grande problema dato che si tratta di un’opera necessaria».
I cittadini dunque possono stare tranquilli e continuare ad utilizzare l’acqua del rubinetto?
«Certo. La qualità dell’acqua è sempre monitorata. Le analisi dell’Asl sono pubbliche e dimostrano che non ci sono rischi».
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