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“Auto lente riducono l’inquinamento? Difficile dirlo”

Giorgio Martini, ricercatore del CCR di Ispra, esperto in emissioni di autoveicoli, commenta i risultati che potrebbe produrre l’ordinanza del comune di Saronno che limita la velocità a 30 Km/h

Viaggiare sotto i 30 km/h produce meno inquinanti? È molto difficile poterlo affermare. Lo dice Giorgio Martini, ricercatore del CCR di Ispra, esperto in emissioni di autoveicoli. Lo scienziato è stato da noi interpellato dopo il provvedimento adottato dal comune di Saronno per combattere l’inquinamento. Ordinanza che limita la velocità a 30 km/h, in vigore da domenica scorsa su tutto il territorio comunale fino al 15 marzo e che ha provocato diverse polemiche tra i cittadini e i politici.
«Innanzitutto mi permetta di dire che non posso commentare l’ordinanza in sé – spiega Martini -. Per quanto riguarda il puro aspetto tecnico scientifico dell’ordinanza, ovvero sapere se la riduzione della velocità porta a una diminuzione nell’emissione di particolato, ci sono tantissimi fattori che vanno tenuti in considerazione. Questo perché alcuni fattori sì, diminuiscono l’emissione, altri la aumentano. Capire quale sia l’effetto è molto complesso, andrebbe analizzato nel dettaglio».
 
Martini spiega quali siano i contributi del traffico al particolato (le polveri sottili) presente nell’aria: «Il Pm10 che esce dal tubo di scappamento non è quello che troviamo nell’aria, ci sono trasformazioni chimico fisiche complesse. Il traffico contribuisce in tre modi differimenti: oltre alle emissioni di scarico, si deve considerare la polvere che viene sollevata dalla strada, chiamata arisospensione, e poi l’usura delle gomme e dei freni. Se noi oggi potessimo convertire il parco auto con motori elettrici questi ultimi due contributi rimarrebbero comunque».
Il problema principale rimangono però le emissioni del tubo di scarico: «Per quanto riguarda l’aspetto delle emissioni dallo scarico c’è il particolato primario (tubo scarico) e il particolato secondario (quello delle reazioni chimico fisiche nell’atmosfera). Quest’ultimo rappresenta la maggior parte dell’inquinamento di questo periodo: rimane sospeso in aria per parecchi giorni. Questo spiega l’inutilità di fermare il traffico un giorno solo».
 
Dopo questa introduzione, Martini spiega perché non si possa dare una risposta a favore o contraria alla riduzione delle velocità: «Per ciascuno di questi contributi ridurre la velocità può far scendere i livelli, ma per altri aumentare. È stato dimostrato che i veicoli Euro 5 ad esempio, andando a 30 all’ora, hanno emissioni di ossido di azoto come gli Euro 1 o 2. È anche vero che in un centro urbano, ridurre la velocità, passando da 50 a 30, la differenza non è poi così ampia. Parlare di benefici o meno, è molto complesso: andrebbe fatta un’analisi ma è difficile anche dare una risposta definitiva, anche perché siamo in un campo di ricerca di frontiera. È comunque un tentativo che andrebbe studiato».

Pubblicato il 08 Febbraio 2011
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