Dubbi sulla raccolta della plastica? Il comune la rispiega
Al via una campagna informativa per evitare gli errori più comuni nella gestione della raccolta differenziata
Sta partendo nei Comuni della Convenzione di Sesto Calende, una campagna di sensibilizzazione e informazione sulla qualità della raccolta differenziata della plastica.
Nell’ambito dei trentuno Comuni, che contano quasi 120.000 abitanti, la raccolta differenziata ha raggiunto ottimi risultati: il 61% dei rifiuti prodotti, dunque quasi i due terzi, viene separato in casa prima di essere portato al riciclaggio.
Tuttavia una parte della plastica, poco meno di un quinto (per l’esattezza il 18% di questo materiale), una volta raccolta non può essere avviata al recupero con un certo aggravio economico che si riflette anche sui costi della tassa rifiuti di tutti gli utenti, dovuto ai minori contributi provenienti dal consorzio per il recupero degli imballi in plastica.
Perché questa plastica non può essere avviata al recupero? «La plastica riciclabile è quella degli imballaggi; CO.RE.PLA. (il COnsorzio per il REcupero della PLAstica) non accetta altri materiali la cui trasformazione è tra l’altro particolarmente difficoltosa o energivora».
I materiali non conformi che si ritrovano nella raccolta differenziata della plastica sono per lo più oggetti fatti di plastica in tutto o in parte (piatti e bicchieri, giocattoli, grucce, mollette, rasoi, materiale elettrico e altro) ma che non rientrano nella categoria degli imballaggi oppure imballaggi fatti di materiali diversi dalla plastica come ad esempio il tetrapak (che è un foglio di cartoncino accoppiato ad un foglio di alluminio) oppure il vetro. Si sono ritrovati anche materiali completamente estranei come la carta sporca.
Oppure bottiglie di plastica contenenti liquidi, che vengono respinte dal consorzio per il recupero della plastica (CO.RE.PLA.) in quanto gli imballaggi devono essere vuoti.
Tutto questo è stato evidenziato con un’analisi a campione, commissionata dalle ditte Econord e Tramonto, che raccolgono i rifiuti nei comuni della Convenzione, alla società Airone Servizi; che oltre a campionare i sacchi della plastica verificandone il contenuto, ha integrato l’analisi con un’indagine telefonica su 100 contatti casuali (67 famiglie e 33 attività) per capire meglio le ragioni degli errori.
Ne è emerso un atteggiamento positivo verso la raccolta differenziata in generale (il 75% degli intervistati l’ha giudicata utile per l’ambiente e il restante 25% utile anche se non sa se tutto viene poi riciclato), ampiamente collaborativo (il 64% considera importanti tutte le raccolte differenziate, tra le quali emergono per rilevanza l’umido e a seguire la plastica, la carta e il vetro).
È però sulla plastica che c’è un po’ di confusione. Il 90% degli intervistati trova facile differenziarla e il 69% giudica il servizio di raccolta buono (migliorabile per il 28%) ma solo il 30% dei contattati ha precisato di buttare con la plastica soltanto gli imballaggi e non altri oggetti.
«Pur se l’indagine, essendo stata effettuata su un piccolo campione, è solo orientativa, questo dato spiega sicuramente il perché delle impurità contenute nei sacchi gialli della plastica».
Sempre dai contatti telefonici, è emersa la richiesta di un supplemento di informazione: il 39% degli intervistati lo ha ritenuto utile.
I Comuni della Convenzione e le ditte che effettuano il servizio di raccolta hanno pertanto deciso di predisporre una campagna per migliorare la qualità della raccolta differenziata della plastica. In questi giorni verrà distribuito a tutti gli utenti un pieghevole per illustrare quali sono le tipologie di imballaggi in plastica da conferire nella raccolta differenziata e verranno affissi manifesti e locandine nei luoghi pubblici.
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