Regione Lombardia tutela il pascolo caprino
Accolte le richieste di modifica alle norme forestali presentate degli allevatori con il sostegno di Comunità Montana Valli del Verbano
Una decisiva modifica al Regolamento regionale del 20 luglio 2007 permetterà il pascolo caprino negli alpeggi montani. E’ un cambiamento importante per gli allevatori di capre, specialmente quelli che trattano la Nera di Verzasca che, per sua natura, è una specie rustica e non vive in stalla, se non nei mesi più freddi. Più in generale, il pascolo degli animali gran parte dell’anno è fondamentale per la produzione di latte caprino impiegato nella lavorazione della Formaggella del luinese.
Gli emendamenti recentemente introdotti all’articolo 57 delle norme forestali regionali introducono interessanti prospettive sull’allevamento. La prima modifica permette il pascolo, in particolari tipologie di boschi, a scopo di conservazione del paesaggio rurale e prevenzione degli incendi a tutti gli animali, anche i caprini, e non lo limita a particolari categorie. Viene poi abrogato il comma tre che prevedeva l’obbligo di custodia delle greggi. Inoltre un’aggiunta al secondo comma permette di estendere il pascolo a quei terreni recentemente colonizzati dalla vegetazione arbustiva purché siano censiti nei mappali come pascoli, prati o superfici seminative.
La questione del pascolo è una problematica sentita, soprattutto nel territorio delle Valli del Verbano ma certamente riguarda da vicino anche altre aree montane lombarde dove si pratica allevamento in alpeggio. Nel territorio dell’alto varesotto Comunità Montana, grazie ai finanziamenti Interreg 2000– 06 e 2007–13, è riuscita a riportare l’attenzione sulla razza Nera di Verzasca, diffusa solo in una manciata di valli attorno al Lago Maggiore e al Lago di Como, e fino a pochi anni fa a rischio di estinzione. Studi morfologici, censimento degli esemplari, mappatura genetica, corsi di formazione e scambio di becchi hanno inoltre supportato gli imprenditori agricoli intenzionati a riscoprire un tipo di allevamento quasi abbandonato.
Sull’altro fronte la Formaggella del luinese ha recentemente ottenuto il marchio d.o.p. ed è l’unico caprino in Italia a potersi fregiare del prestigioso riconoscimento. La tradizionale forma è l’elemento centrale nel rilancio della produzione tipica dell’alto varesotto ma, per continuare a produrre secondo i principi di originalità e genuinità, è necessario salvaguardare e incentivare l’allevamento caprino in alpeggio. Le caratteristiche delle erbe locali assicurano le proprietà organolettiche del latte e garantiscono la tipicità del prodotto ed il suo legame con il territorio, elementi fondamentali per un formaggio a marchio denominazione d’origine protetta.
La contraddizione, fino al mese scorso esistente, tra interesse agroalimentare, zootecnico e naturalistico da un lato e normativa regionale in materia di pascolo dall’altro era stata portata all’attenzione di Regione Lombardia durate il convegno svoltosi in occasione di MIPAM 2010. Gli allevatori avevano fatto notare come fossero da un lato incentivati ad allevare le greggi al pascolo e dall’altro impossibilitati ad utilizzare gran parte delle superfici dove cespugli ed alberi hanno col tempo preso il sopravvento sul prato.
Marco Magrini Presidente di Comunità Montana Valli del Verbano è molto soddisfatto del cambiamento al regolamento regionale e dichiara: “Ringrazio innanzitutto l’Assessore Raffaele Cattaneo che, in quanto rappresentante del territorio varesino in Consiglio Regionale e profondo conoscitore e frequentatore di queste valli, si è fatto portavoce della problematica davanti allo stesso Governatore Roberto Formigoni. Voglio citare inoltre Roberto Baitieri che dallo scorso anno ha ricevuto la delega alla Promozione, sviluppo e innovazione delle aree montane ed ha dato un contributo decisivo per la modifica del regolamento regionale. Non meno determinante infine è stato l’interessamento degli Assessori all’Agricoltura, quello regionale Giulio De Capitani e quello della Provincia di Varese Bruno Spechiarelli. Questa norma è importante per il futuro dell’allevamento in montagna ed è un segnale del supporto di Regione Lombardia alle aree montane in un momento in cui l’Ente sta concentrando l’attenzione sul rilancio degli aspetti rurali del territorio, dal turismo ai prodotti tipici.“
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.