Arrestato con in tasca il “pizzo”
Un ventenne di Saronno è stato fermato dai Carabinieri a pochi passi dalla ditta dove aveva incassato cinquecento euro in cambio di "protezione"
È riuscito a compiere soltanto pochi passi al di fuori dell’azienda da cui aveva riscosso il "pizzo" ma è finito subito in manette. I carabinieri di Luino hanno fermato e arrestato questa mattina un ventenne di Saronno di origini calabresi, incensurato. Aveva ancora con sè la banconota da 500 euro, appena incassata da una ditta di Varese specializzata nella fornitura di prestazioni d’opera. Sull’impresa interessata, per ragioni di sicurezza, gli inquirenti hanno mantenuto il più stretto riservo limitandosi a dire che si trova nel centro di Varese ed è specializzata nella fornitura di servizi. Il giovane da tempo era nel mirino dei Carabinieri, nell’ambito di un’attività coordinata dalla procura della Repubblica di Varese ed ora si trova in carcere con l’accusa di "estorsione aggravata".
Denaro in cambio di "protezione" – Per convincere l’imprenditore a versare la somma, che gli avrebbe dato diritto alla protezione, il giovane si è presentato alle prime ore del mattino con una pistola nascosta sotto la giacca. Si è fatto trovare di fronte alla porta del suo ufficio, all’apertura, sfruttando l’assenza dei clienti per ottenere così più faclimente il pagamento. Alla vittima, ha spiegato che avrebbe dovuto versare 500 euro mensili come canone per essere protetto e che la cifra sarebbe stata riscossa ogni mese. Il denaro, aveva detto, sarebbe andato a vantaggio di criminali di elevata caratura che si trovano reclusi in Calabria in carcere. La frase è stata pronunciata così, senza spiegare o parlare di qualcuno in particolare, ma millantando amicizie criminali importanti. Circostanza, oggi esclusa dagli inquirenti, ma che al momento della richiesta induceva l’intimorito imprenditore a pagare.
Si indaga su un complice – Fuori dalla ditta, a qualche centinaio di metri dall’ingresso, l’uomo è stato bloccato dai militari della Compagnia di Luino. Subito bloccato e tratto in arresto l’uomo ha confessato ai Carabinieri. Gli inquirenti non hanno negano il fatto che il giovane possa aver già commesso altre estorsioni, sulle quali ancora ora sono al vaglio circostanze e persone. Infatti, dalla prime indiscrezioni, sembrerebbe che, verso la fine del mese di marzo, abbia già riscosso una prima parte del bottino, facendosi consegnare dallo stesso imprenditore altri 500 euro. In quell’occasione il giovane era accompagnato da un complice, un uomo descritto con diversi tatuaggi e cicatrici, con marcato accento meridionale che si faceva chiamava "zio". Su quell’altra circostanza e sull’identità dello stesso, tuttavia, sono in corso avanzate indagini che vengono coordinate del Sostituto Procuratore, Tiziano Masini della Procura della Repubblica di Varese. Mentre, l’arresto odierno è stato coordinato dal Sostituto Procuratore, Luca Petrucci della Procura della Repubblica di Varese.
Finte pistole e un coltello a serramanico – Dalla perquisizione fatta dai carabinieri emergeva che occultata sulla persona, l’arrestato portava una pistola a salve, priva di tappo rosso perfettamente identica a quella in uso alle forza di polizia con inserito un caricatore con otto colpi a salve. I carabinieri, successivamente, hanno fatto irruzione presso l’appartamento occupato dal giovane, a Saronno, dove hanno trovato: un coltello a serramanico, una pistola a salve priva di tappo rosso modello revolver, 24 proiettili a salve, 3 bossoli di proiettili veri (uno calibro 7,65 e due cal. 9). Ora il giovane, a poche ore dal raid estorsivo, si trova, già, rinchiuso al carcere Miogni di Varese a disposizione del sostituto Procuratore Luca Petrucci.
L’attività è stata condotta facendo ricorso a tutte la componenti della Compagnia di Luino sia il personale in borghese che quello in divisa ( in particolare Il Nucleo Operativo e Radiomobile, fra il personale in borghese ed i carabinieri della Stazione di Laveno Mombello, fra quello in divisa).
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